Antonella Lo Coco presenta "Sintassi impazzita". Il brano è il primo singolo di un album che promette di stupire. Nell'intervista Antonella anticipa il lavoro che sta facendo sulle sonorità e i testi del nuovo album, parla delle influenze musicali a cui si ispira e racconta del ruolo dei talent show e dei live per i giovani emergenti. Antonella, infatti, è arrivata in finale a X-Factor. Sotto trovate il video dell'intervista e il videoclip del nuovo brano.

Antonella Lo Coco, il singolo Sintassi impazzita
Che effetto fa Sanremo ancora oggi?
Arrivare a Sanremo fa sempre un certo effetto. Poco fa sono stata davanti all’Ariston, sul red carpet… è un’emozione! Spero un giorno di salire anch’io sul palco del Festival, credo ci sarà occasione. È già il secondo anno che partecipo alle serate di Casa Sanremo e sono molto contenta.
Sei uscita con il singolo Sintassi impazzita a gennaio. Stai lavorando al nuovo disco?
Sintassi impazzita anticipa un po’ il lavoro che sto portando avanti in questo periodo in studio. Sono nella fase primordiale, creativa, di scrittura dei brani e di composizione. Seguiranno altri mesi di lavoro e produzione e a fine anno uscirà l’album.
Quali sonorità ci aspetteranno nel prossimo album?
Sonorità diversa dal disco precedente, Geisha, che è stato un album prodotto dai Planet Funk e da due membri dei Subsonica, quindi aveva sonorità elettro-pop e dance. Ora sto curando molto la parte cantautoriale, i testi. Vorrei che il suono fosse un po’ in secondo piano rispetto ai testi delle canzoni. Sicuramente i suoni saranno ricercati: amo le sonorità internazionali, penso che starò più sul pop che sull’elettronica.
A quali artisti ti rifai, a quali influenze musicali ti ispiri?
Tra gli artisti italiani i miei punti di riferimento sono Elisa, i Negramaro, Jovanotti. Internazionali direi i Depeche Mode, Tori Amos, Kate Bush, i OneRepubblic che ultimamente stanno facendo dei lavori molto belli, il leader dei OneRepubblic è uno degli autori secondo me più forti in questo momento. Sto prendendo molto spunto dal suo modo stile melodico negli arrangiamenti.
Parliamo della lingua: scrivi e canti soprattutto in italiano. Hai mai pensato all’inglese?
Essendo in Italia e volendo trasmettere un messaggio con le mie canzoni, prediligo i testi in italiano. A dire la verità, quando ho iniziato a scrivere le mei canzoni, a 15-16 anni, scrivevo in inglese perché mi veniva più facile, è una lingua più musicale. Credo, però, che la nostra lingua sia bellissima ed è importante valorizzarla scrivendo testi in italiano.
Per i giovani che vogliono fare musica, l’Italia oggi offre ancora delle possibilità?
A livello di musica live offre minori possibilità rispetto al passato, anche piccole esibizioni nei locali, come è stato per me all’inizio. Penso che oggi ci sia sempre meno spazio. Però i talent show, come X-Factor al quale ho partecipato io, credo siano un nuovo modo di scoprire talenti, non c’è più il talent scout che gira per locali e concorsi per ascoltare i giovani e i gruppi live. Allo stesso tempo credo che ci sia meno apertura verso gli emergenti: se non vai in televisione non riesci a farti conoscere dalle discografiche e questo è un vero peccato, perché anche nella scena al di fuori del pop, per esempio l’indie, ci sono delle sperimentazioni molto interessanti. La cosa bella è che Sanremo giovani ha aperto le porte a generi nuovi e questo mi fa molto piacere.