
Danilo Sacco con i disabili di Acropolis - © Brusa
L’Associazione Culturale e Ricreativa Acropolis di Cotignola ha organizzato il concerto di beneficenza di Danilo Sacco
Un Altro Me, tenutosi presso il Dancing Pamela di Faenza il 14 marzo. L’evento si è inserito all’interno di un progetto più vasto a favore delle varie associazioni locali che operano a beneficio dei disabili quali l’ANFAS di Lugo, l’Associazione Sport Disabili di Faenza e l’Associazione Trofeo Bandini di Brisighella.
Danilo Sacco insieme alla sua band, composta da musicisti di primo livello come Valerio Giambelli alle chitarre, Andrea Mei alle tastiere, hammond e fisarmonica, Enrico Brazzi al basso e Tommy Graziano alla batteria, per due ore, ha intrattenuto il pubblico ripercorrendo le tappe della sua carriera in uno show coinvolgente, dai contenuti forti, ma a tratti anche divertente.

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Dai Nomadi a Un altro Me
Oltre a presentare il suo ultimo lavoro da solista Un Altro Me, Danilo ha voluto rendere omaggio a grandi autori della musica italiana del calibro di Francesco Guccini, interpretando testi come La Collina, brano che ha segnato l’inizio della sua carriera all’interno dei Nomani, Auschwitz e la sempre attuale Dio è morto, e di Massimo Bubola cantando pezzi come Niente passa invano e la divertente Il cielo d’Irlanda. Ha voluto ricordare anche un artista di fama internazionale, Tom Petty con The Wrong Reasons. Ha anche annunciato, per il mese di giugno, l’uscita del suo nuovo album definendolo “un lavoro dai contenuti forti” in quanto “la musica ha il dovere di scuotere un po’ le coscienze”. Di quest’ultimo suo lavoro ha regalato al pubblico l’anteprima del singolo Non ho che te.

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La musica come mezzo per veicolare messaggi profondi
Durante il concerto, Danilo “Kakuen” (secondo nome che ha assunto nel 2004 quando è stato ordinato monaco buddista dal doppio significato “zingaro perfetto” o “povere nel vento”) Sacco ha sottolineato l’importanza della musica, e dell’arte in generale, come strumento di sostegno e di denuncia sociale in un “periodo di follia generalizzata”.
Galleria fotografica a cura di Andrea Brusa