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Chiara Ragnini, occhi di ghiaccio e una chitarra per compagna

"Dalla mia prima esibizione a 13 anni, il palco è stato la mia seconda casa"

di Nadia Macrì - 24 aprile 2014
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Sfogliando una rivista, mi sono imbattuta in delle foto di una cantautrice che, nonostante in questo momento sia sulla cresta dell'onda, si è svestita per collezionare qualche fans in più (!) e così condividendo i miei pensieri su quel servizio fotografico nelle pagine social ho ritrovato Chiara Ragnini, giovane cantautrice ligure con un cd prodotto qualche anno fa e tanti nuovi progetti e live.

 

Non posso iniziare l’intervista che chiedendoti: a quando il calendario di Chiara?
Sei la seconda persona che mi fa una domanda del genere, ultimamente, devo iniziare a preoccuparmi! Se intendi calendario benefico e vestita, presto e volentieri.

 

Ma ti ricordi invece la prima volta che hai suonato in pubblico?
Certamente, era il 1996, avevo 13 anni e mi esibii durante il saggio degli allievi della scuola di musica che frequentavo allora, studiando chitarra classica: nel mio caso, eseguii Giochi Proibiti di Narciso Yepes e fu un'esperienza galvanizzante. Da allora, il palco è stato la mia seconda casa.

 

E quanto ripaga avere una chitarra come compagna di viaggio?
Una chitarra è una compagna di viaggio eccezionale: nel mio caso, come per molti altri, rende particolarmente indipendenti poiché sono in grado di esibirmi anche da sola, chitarra e voce, nelle situazioni che lo richiedono, ma anche farmi sostenere dai miei musicisti di fiducia se ne abbiamo la possibilità. Inoltre, personalmente la chitarra mi conferisce molta sicurezza e mi permette di stare più a mio agio sul palco.

 

Tu sei una musicista e cantautrice, ma se ti fosse capitato di cedere uno dei brani del tuo disco, quale avresti scelto e per chi sarebbe stato questo regalo?
Parlando delle vecchie canzoni non sono in grado di darti una risposta in merito: negli ultimi due anni sono nate nuove composizioni, ai testi delle quali ho dato e sto dando maggiore attenzione, e ne stanno nascendo ancora proprio in queste settimane. Mi piacerebbe scrivere anche per e con altri artisti, sia uomini che donne, e a tal proposito ti cito volentieri Zibba e Cassandra Raffaele, due artisti che stimo molto, sia come musicisti che come persone.

 

In questi anni che ti conosco, ho apprezzato sempre la tua determinazione e caparbietà. Qual è il segreto di questa tua forza?
Credo che la passione sia il motore di tutto: senza di essa non avrei avuto la costanza di seguire il percorso che mi ha portata qui sino ad ora, facendomi crescere musicalmente e come persona. Sono una donna molto determinata e volenterosa, che non si ferma mai di fronte agli ostacoli, di qualunque natura essi siano. Infine, penso al futuro ma non troppo: credo sia importante, nella musica, oggi come non mai, fare sempre quello che ci piace, senza conformarsi o voler piacere a tutti i costi. L'importante è sempre restare sereni con se stessi.

 

Tu sei una grande artista, hai un curriculum di partecipazioni, collaborazioni e live infinito, ma si può essere emergenti per sempre? Cosa ti manca per fare il grande salto?
Grazie Nadia, sei gentilissima. Però emergenti è proprio una brutta parola, io mi definirei più underground. In Italia esistono tantissimi bravi artisti purtroppo ancora all'ombra, celati nel sottobosco artistico nazionale, e i motivi possono essere veramente molteplici: dal non aver azzeccato ancora la canzone giusta, e mi ci metto anche io, al non aver mai scelto di scendere a compromessi che potessero scalfire la propria identità, fino al non aver mai avuto la fortuna di incontrare le persone giuste con cui far crescere e germogliare il proprio progetto musicale.
Vivendo in Liguria, io come altri colleghi vado incontro a problemi logistici non indifferenti: da noi esistono pochissime realtà di produzioni indipendenti e riuscire ad entrare in contatto con professionisti del settore è sicuramente più facile in altre grandi città come Roma, Milano o Torino. Mi piacerebbe poter fare della musica un vero e proprio lavoro (nella vita sono ingegnere del software presso una software house del ponente ligure) ma attualmente è uno dei mestieri più precari che esistano e forse non me la sono mai sentita di rischiare il tutto e per tutto in questo senso, tenendomi sempre da parte un "piano b".
Questo ovviamente non implica che non si possa fare bella musica e di qualità pur non avendo - ancora! - a disposizione il grande pubblico.. ma siamo sicuri che il "grande pubblico" sia poi pronto a rivoluzionare i propri ascolti musicali e a rinunciare alla massima fruibilità dei prodotti commerciali che più vendono in questo momento in Italia, per andare incontro a progetti per i quali si necessiti di un pizzico di attenzione curiosità in più? Il mio obbiettivo è sempre stato quello di far arrivare la mia musica ad UN pubblico, piccolo o medio che sia, purché composto da ascoltatori attenti e non superficiali.

 

Ci avevi provato con The Voice, cosa pensi di questi talent?
Non li demonizzo ma nemmeno li idolatro: stiamo parlando di un'esperienza puramente televisiva, di spettacolo, di show business duro e puro. Preferisco le strade più lunghe, sofferte, fatte di esperienza sulla propria pelle, di palchi piccoli e grandi, di condivisione e confronto con altri musicisti e cantautori. Strade durature, se coltivate e coccolate, per lasciare un segno del proprio passaggio nel tempo.
Il talent può essere un ottimo trampolino di lancio, a patto di avere già un progetto solido alle spalle, così come un buco nell'acqua; è un percorso, però, che mi appartiene poco e nel quale non sarei particolarmente a mio agio. Quando e se avrò la possibilità di utilizzare il mezzo televisivo, vorrei che fosse per mostrarmi nella mia completezza artistica e compositiva.

 

Ma le major o i grandi produttori ti hanno corteggiata in questi mesi?
Sinceramente non sono interessata a lavorare con le grandi produzioni, che negli ultimi anni, comprensibilmente, riversano le loro energie soprattutto nei confronti di chi esce dai talent: mi piacerebbe trovare piccole realtà con cui far crescere sempre di più il mio progetto musicale, già consolidatosi negli anni sui palchi di tutto il Nord Italia, fra festival, concorsi, rassegne e manifestazioni, mantenendo la mia indipendenza artistica senza scendere a compromessi che possano scalfirne l'identità ed espandendo la cerchia di persone di fiducia con cui lavorare. In questi mesi stanno nascendo collaborazioni interessanti e sarete sicuramente fra i primi ad avere novità in merito!

 

Io aspetto il tuo prossimo cd autografato… quando arriverà? E cosa dobbiamo aspettarci?
Spero che arrivi presto, da due anni a questa parte sono in costante lavoro sulle nuove canzoni: mi sono allontanata dal mondo folk e bucolico del Giardino di Rose per avvicinarmi a sonorità più indie/rock, tornando così alle mie origini di vera e propria rockettara. Sto lavorando molto sui testi, lasciando da parte pensieri troppo intimisti per rendere più immediate e intuibili le mie liriche. Ne sentirete delle belle, ve lo assicuro.


Chiara Ragnini - Gli scoiattoli nel bosco
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L'autore

Nadia Macrì

Nadia Macrì, è nata nel 1977 a Zurigo, ma ha vissuto anche in altre città italiane, isole comprese.
Non è chiaro se per vocazione o per bisogno, alterna pittura, radio, canto, web e scrittura all'arte della medicina. Segue con particolare interesse gli artisti emergenti e ama tutto ciò che è alternativo.
Ha all'attivo diverse collaborazioni con emittenti radiofoniche, case discografiche e portali musicali. Collabora con diverse associazioni locali e nazionali per la realizzazione di eventi musicali, ma ama soprattutto comunicare con gli artisti attraverso le sue interviste che conclude sempre con la stessa domanda semi-seria: qual è la nota musicale preferita. Quasi a voler costruire una melodia aggiungendo una nota per volta.
Di se stessa dice: "Ci sono quelli che sanno tenere i piedi per terra. E chi ha sempre la testa fra le nuvole. Nadia è a metà. Tra terra e cielo”.
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