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Cristiano Turato

La voce dei Nomadi si racconta

di Loredana Lanzoni - 7 maggio 2014
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Cristiano Turato, classe 1973, è conosciuto dal grande pubblico come l’attuale cantante dello storico gruppo musicale dei Nomadi. Ma Cristiano non è solo un ottimo cantante e interprete capace di trasmettere emozioni con la voce, è anche un eccellente scrittore e compositore di musica che attraverso i suoi brani riesce a passare a chi li ascolta le emozioni del suo vissuto.

 

Quando e in che modo hai scoperto ed è nata dentro di te la passione per la musica?
Sono nato a Padova e ho vissuto, con i miei genitori, dai nonni fino all’età di 13 anni. Mio nonno aveva in casa una di quelle enormi radio con giradischi degli anni ‘70, così ho passato parte della mia infanzia a montare e smontare dischi e ad ascoltare musica. Non ti so dire come la musica mi abbia preso, ma grazie a quella vecchia radio, ho capito che mi piaceva e molto. Di seguito, dopo la morte di mio nonno ci siamo trasferiti e mio papà, nonostante il periodo difficile che stavamo attraversando, avendo capito che in me c’era qualcosa che nasceva e si poteva portare avanti, mi ha regalato una chitarra classica. Da quella radio e quella chitarra è partita tutta la mia storia musicale.

 

Quando hai iniziato a scrivere le tue prime canzoni?
Scrivo canzoni da quando avevo 14 anni e la mia prima esibizione è stata intorno ai 16 anni, un 31 dicembre ad una festa parrocchiale dove ho suonato sei dei miei pezzi, pezzi che all’epoca mi sembravano bellissimi, ma in realtà non lo erano affatto. Ho studiato musica fino all’età di 28 anni e ho ripreso due anni fa quando sono entrato nei Nomadi.

 


Madaleine, 2011
Quali sono state le tue esperienze più importanti prima di entrare a far parte dei Nomadi?
Nel 2000-2001 ho fatto alcuni anni da solista: pianoforte, synth, chitarra acustica e voce, fino credo il 2004 anno di fondazione dei “Madaleine”. Negli anni a seguire si sono aggiunti il chitarrista Stefano Miozzo, il batterista Lukas Jorgen e il bassista Daniele Facci. Con loro abbiamo girato l’Italia, vissuto tantissime esperienze. Avevamo pochi mezzi, ma siamo arrivati ovunque: feste di paese, pub, villaggi turistici, sempre presentando esclusivamente musica inedita, all’epoca avevo un vasto repertorio che ci permetteva di cambiare la scaletta delle varie serate. Insieme abbiamo partecipato anche a festival nazionali ed internazionali aggiudicandoci anche il primo posto in alcuni concorsi musicali tra cui: il “Festival di Saint Vincent”, “Primo su mille” e “Note Nuove”.

 

Hai principalmente suonato un genere, l’elettro-rock, diverso da quello dei Nomadi, seppur vicino nelle tematiche. Cosa ti ha spinto a fare il provino per poi diventare la nuova voce dei Nomadi?
Fondamentale è stato un amico, Matteo, e se ora sono quello che sono è solo grazie a lui. Nell’agosto del 2011 durante il concerto dei Nomadi a Rubano, paese vicino a Padova, Matteo, a mia insaputa, ha consegnato nelle mani di chi si occupa della musica nei Nomadi un cd dei Madaleine.


Madaleine, 2012 - © Andrea Brusa
Mi ha riferito di questa sua iniziativa solo poco prima del mio primo concerto con i Nomadi. Successivamente sono venuto a sapere che il cd l’hanno ascoltato quella sera stessa e da lì a poco mi hanno chiamato per invitarmi a fare il provino. In quel periodo stavo mollando, non riuscivo più a vivere solo di musica, mi stavo lasciando andare. Era nato mio figlio, Francesco, e a quasi quarant’anni ero stanco e non ce la facevo più ad andare in giro per l’Italia. A poco più di due settimane dal Tributo ad Augusto di Novellara del 2012 mi hanno convocato per il provino dal vivo. Poco dopo essere uscito dal teatro di Mantova mi chiamò Cico Falzone e mi disse: “guarda abbiamo scelto te e poi, per favore, decidi entro 2-3 giorni anche perché Novellara è alle porte”. Da lì è partita la mia storia con i Nomadi.

 


Con i Nomadi, 2012 - © Andrea Brusa
Cosa ti spinge a scrivere un nuovo pezzo musicale, quali sono le fonti da cui trai ispirazione?
Traggo ispirazione da tutto quello che riguarda la mia esperienza, tutto quello che ho fatto nella mia vita, e che mi ha toccato, lasciato il segno. Faccio un esempio, una canzone che si intitola Follia è stata scritta post esperienza a Rimini alla Comunità Papa Giovanni XXIII di Don Benzi. In quell’occasione ho conosciuto una prostituta che mi ha raccontato tutta la sua vita, non so il perché lo abbia fatto, ma di lì è nato uno scritto che poi nel tempo ho ripreso e messo in musica. Scrivo di tutte le esperienze che ho fatto, dai dolori alle gioie, non ho mai scritto cose asettiche, tranne che per un pezzo, che non riguardino esperienze che mi hanno lasciato qualcosa dentro. Tutti i testi che ho fatto sono ispirati da eventi concreti accaduti in un certo periodo della mia vita.

 

Tra le centinaia di canzoni che hai scritto, qual è quella a cui sei più legato e che maggiormente ti identifica?
Ce ne sono tante ma sono molto legato a Miracoli. È un brano che ho scritto in un momento in cui non credevo più ai miracoli. È un pezzo stranissimo perché in quel periodo, in cui avevo smesso di credere, c’era una parte di me che spingeva e diceva: no in realtà tu non hai ragione.


© Andrea Brusa
In questo brano, che parla di una terza persona, ma in realtà parlo del sottoscritto, dico che non credo più ai miracoli ma tutte le cose che mi sono accadute in quel periodo sostenevano esattamente il contrario e mi hanno fatto ricredere: in realtà i miracoli esistono. È il brano che mi identifica perché è la mia vita che è così, come, ad esempio, quando pensavo di mollare la musica, poi è arrivata la telefonata di Cico. Potete essere credenti oppure no, ma nel dicembre 2011 sono stato a Medjugorje, sono rientrato la sera del primo gennaio e il due ho ricevuto la telefonata per la convocazione al provino per i Nomadi. Sono andato lì che ero a pezzi, non sapevo come mettere la musica nella mia vita. Non si può vivere con 600 euro al mese e un figlio da crescere, ero fortemente demotivato. Ora mi sono riallineato e ho ricominciato a studiare. Sono riuscito a riaccendere il fuoco della musica dalle ceneri.

 

Galleria fotografica a cura di Andrea Brusa


L'autore

Loredana Lanzoni

Nasce a S. Benedetto Val di Sambro (BO) nel 1972. Nel 2011 consegue la Laurea Magistrale in Economia e Management delle Imprese Cooperative e delle ONP.
Ha sempre lavorato in ambito amministrativo-contabile ma fin da piccola nutre la passione per lettura e la scrittura. Le piace ascoltare musica soprattutto italiana.
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