Il 27 aprile è passato alla storia per l’evento che ha visto riunite nella capitale oltre un milione di persone con gli occhi rivolti verso il cielo. Erano Papi ora sono santi. Nel corso di una solenne celebrazione in San Pietro, sono stati canonizzati due pontefici tra i più significativi del secolo passato: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Una festa religiosa, ma che grazie anche al carisma di Papa Francesco e alla peculiarità della presenza in piazza anche del Papa emerito Benedetto XVI ha interessato il mondo intero. Una festa che si è prolungata a Roma per giorni e martedì 29 Aprile 2014, presso l'Auditorium Conciliazione, il sistema Acli del Lazio, il Centro Italiano di Solidarietà don Mario Picchi e l'U.N.I.T.A.L.S.I. Roma e Lazio (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) hanno organizzato l'evento
I Papi della gente, prodotto dalla Real Management in collaborazione con la Mind Production e l'agenzia Comunicatio.
Lo spettacolo, in sintonia con il pensiero di Papa Francesco spesso rivolto agli ultimi, è stato dedicato a tutti coloro che spesso non hanno voce nella nostra città e sono "invisibili": i ragazzi delle comunità terapeutiche, le persone disabili e gli immigrati.
Il concerto è stato magistralmente diretto dal Maestro Bruno Santori, direttore stabile e artistico dell'Orchestra Sinfonica di Sanremo che ha diretto con il cuore e con tutto il corpo. È meraviglioso vederlo sfogliare quelle grandi pagine di spartiti mentre con la bacchetta dà gli attacchi ai maestri dell'orchestra. Movimenti che sanno di passione, che sono carichi di musica. Il nodo artistico centrale musicale del concerto è stato l’esecuzione di
Adiemus: Songs of Sanctuary del compositore gallese Karl Jenkins, interpretata dall'Orchestra Nova Amadeus, i Tamburiando, il Coro Giuseppe Verdi di Roma e le soliste Gabriella Costa e Silvia Lorenzi.
"L’orchestra Nova Amadeus – racconta il M° Santori - l’avevo già diretta anche in altre produzioni della Real Management. È un’orchestra di Roma che fa spesso concerti di musica sacra, ma anche attività sinfonica di varia natura. Il concerto che abbiamo organizzato per questo grande evento è un’opera di Karl Jenkins che è stato il tastierista dei Soft Machine, famosi negli anni '70, questo tastierista si è poi trasformato in compositore facendo delle opere veramente particolarissime e a mio parere pregiatissime; una di queste è Songs of Sanctuary, che è un’opera fatta per orchestra d’archi, percussioni e un coro di voci femminili.
La cosa particolare di questa opera, è che non è cantata con una lingua definita, ma sono tutti fonendi usati al servizio dell’opera musicale. Il brano iniziale dell’opera intitolato
Adiemus lo cantò la sorella di Enya e divenne una hit famosissima. E abbiamo scelto questa opera perché cosa avremmo potuto dire della vita di questi due Papi diventati santi? Le parole sarebbero state insufficienti. E così abbiamo pensato ad un’elevazione musicale spirituale che però nel testo non partecipasse in nessun modo a definire nulla, ma lasciasse aperte le porte della storia di questi due uomini e all’immaginazione di chi ha partecipato alla canonizzazione, poi questa è un’opera che nasce negli anni settanta e quindi a cavallo del passaggio fra i due pontefici. Credo – conclude il direttore d’Orchestra - che nessun opera meglio di questa avrebbe potuto rappresentare questo momento dove la stessa musica classica sarebbe stata addirittura troppo connotativa e non avrebbe lasciato lo spazio all’interpretazione della vita di questi due santi".
L’evento ha visto l’alternarsi di tanti momenti riccamente emozionali
Ad aprire la serata Animae Mundi, brano inedito dedicato ai due Papi scritto del Maestro Vito Terribile. Durante l’esecuzione la dolcezza delle note è stata plasmata dalle mani della più grande Sand Artist al mondo, Ilana Yahav, che modellando la sabbia, ha tradotto in modo affascinante la melodia in immagini. Un momento molto suggestivo di rara intensità.Tutto si crea, tutto si distrugge, la sabbia fra le mani e i volti dei papi che prendono forma e interpellano l'anima.
"Quando stavo creando il brano – racconta il M° Terribile - scegliendo i suoni per rappresentare le emozioni che sentivo, mi sono imbattuto in un ritmo molto simile ad un cuore che ho immaginato subito come il cuore di Dio o dell'Universo. Ho compreso immediatamente che poteva rappresentare la matrice del Tutto, su cui vibra pulsante la Vita stessa. Partendo da quel battito per parlare di questi grandissimi uomini che quel palpito percepivano sicuramente dentro di loro".
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Il Maestro Franco Fortunato, tra i maggiori esponenti dell'arte pittorica italiana nel mondo ha realizzato durante il corso della serata un dipinto insieme a tre ragazzi delle associazioni, che verrà donato a Papa Francesco. Tratti di pennello dati con dolcezza, delle carezze sulla tela.
"È difficile il momento del distacco - ha affermato il Maestro intervistato dai conduttori della serata - quando metto la firma quel quadro non è più mio, ed io metto la firma solo quando è il quadro che mi guarda e mi interpella". Ad interpellarlo, nell'opera realizzata durante la serata è stata una città all'interno dell'albero della vita, circondato dall'azzurro sereno del cielo. Ma le firme sulla tela erano ben quattro e simbolicamente molte di più, perchè i suoni dell'orchestra e il pubblico con il partecipe silenzio ha emozionato e guidato il pennello del Maestro e dei suoi collaboratori.
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Luca Biagini, attore e doppiatore italiano, ha dato voce alle frasi più celebri dei due Papi partendo dalla luna che Giovanni XIII ha contemplato e Giacomo Manzù, nipote del grande Maestro Manzù che realizzò il busto di Giovanni XXIII, ha testimoniato raccontando anche aneddoti simpatici come l'arte elevi l'anima e possa avvicinare l'uomo a Dio.
Paola Severini, scrittrice, conduttrice radiofonica e produttrice televisiva italiana, in anteprima assoluta ha donato due camei tratti da interviste appena realizzate al neo cardinale Loris Capovilla e a fratel Arturo Paoli.
Salvo Russo, polistrumentista, musicoterapista e compositore ha reso la platea protagonista di un inconsueto momento musicale, sostenuto dal progetto artistico del giovane musicista napoletano da I Flamenco Tango Neapolis e da tutta l'orchestra diretta dal Maestro Bruno Santori.
Renzo Rubino si è aggiudicato un immenso applauso con la sua esibizione, piano e voce, del brano che gli ha fatto conquistare il podio a Sanremo:
Per sempre e poi basta. Un urlo oltre la dolce melodia che avvolge ricordi e sogni, una sorta di dialogo e una ricerca accurata delle parole… è una canzone d’amore da brivido che ha catturato il pubblico del teatro, emozionando: "insieme tra sette notine danzeremo per sempre e poi basta".
E poi tanta umanità e tanti sorrisi nello spettacolo ideato e scritto da Eleonora Paterniti, Fabrizio Silvestri e Lino Alecci.
I papi della gente: spiritualità e arte che si fondano. O meglio, come ha ricordato il Maestro Bruno Santori durante il concerto, l'arte è il tentativo che ci avvicina a Dio.