Tre pianoforti per tre musicisti.
Un palcoscenico “immerso” nella storia del vino. Una cantina, quella del Museo del vino Albea di Alberobello, che ha ospitato storia e musica.
Legno e Ferro le botti. Legno e ferro i pianoforti.
Che cosa sia il Jazz e cosa sia l’improvvisazione messa a servizio di un progetto solidale, l’abbiamo capito molto bene lo scorso 8 dicembre, quando tre pianisti internazionali, Mirko Signorile, Giovanni Guidi e Claudio Filippini, hanno suonato per la prima volta insieme per il progetto rivolto alla città dell’Aquila: un pianoforte per l’Aquila.
I tre pianisti che ad Alberobello hanno dato il via alla data zero del tour dedicato al progetto, hanno composto per l’occasione, in presa diretta, musiche originali finalizzate alla realizzazione di un Cd i cui proventi saranno destinati all’acquisto di un pianoforte per la città abruzzese.
Un pianoforte come segno di rinascita culturale di una città, un pianoforte che possa essere un viatico per ricominciare a parlare di cultura e musica nella città colpita dal terremoto.
Per l’evento sono stati creati anche gadget dedicati come borse, cartoline e magneti realizzati da un’illustratrice Messicana, Blanca Estela Rodriguez, che con la sua visione di Trulli illuminati dalla musica, ha reso ancora più particolare l’unicità dell’evento.
La musica come canale per diffondere un messaggio di solidarietà è stata la protagonista con quell’improvvisazione che inebria, che squarcia l’immaginario del jazzista tradizionale e consegna agli ascoltatori un concerto fuori dal comune in cui note e sentori jazz si sono mescolati ora al pop, ora al rock, passando per generi poco inquadrabili in rigidi schemi.
Gli “effetti del Jazz”, di tre pianoforti suonati contemporaneamente in modo personalissimo, hanno reso benissimo il concetto dell’improvvisazione, dell’estro e della creatività che trae ispirazione da un sentire comune. Note immaginarie e immaginate.
Un’alchimia perfetta che è riuscita a mescere i sentori del vino sparsi nell’aria al sentire dei tre pianisti particolarmente ispirati.
Lo slogan finale del concerto è stato #Playancheio, un invito rivolto a tutti gli spettatori e non solo, che ha evidenziando l’importanza di un agire comune, in cui i tre pianisti si rendono cassa di risonanza e invitano a impegnarsi concretamente per la realizzazione del progetto e per far risuonare ancora nuova musica nella città abruzzese.
Un pianoforte per l’Aquila per premere il tasto della solidarietà è dare il LA a una meravigliosa sinfonia.
Galleria fotografica a cura di Mariablu Scaringella