Andrea Biagioni è un cantautore toscano che ha partecipato lo scorso dicembre a Sanremo Giovani, con il brano Alba Piena. Si è classificato quarto nella prima serata del giovedì e ha ricevuto buon apprezzamenti dalla stampa e dalla giuria presieduta da Fiorella Mannoia.
Andrea è noto al grande pubblico però anche per aver partecipato ad X Factor 2016 nella squadra degli Over 25 di Manuel Agnelli dove è arrivato fino alla semi finale del programma, presentando anche l’inedito Il mare dentro e pubblicando successivamente l'omonimo EP contenente l’inedito e altre cinque cover interpretate nel corso del talent show.
Prima di intraprendere la strada televisiva, Andrea (che ha sempre suonato) insegnava chitarra e ha partecipato a diversi musical tra cui Jesus Christ Superstar. Era stato anche accettato al prestigioso Berklee College di Boston ma ha dovuto rinunciarci per poter partecipare a X Factor. Cantautore versatile che si districa tra vari generi (Funk, Rock, Country, Reggae e R&B), Andrea è anche polistrumentista raffinato e poliedrico e oltre alla chitarra suona il pianoforte e altri strumenti quali percussioni di vario genere come il cajon, bongo, djambé, udu, basso elettrico e armonica a bocca.
Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare qualcosa del suo mondo musicale in attesa di ascoltare il suo nuovo album che uscirà a breve.
Noi ti abbiamo conosciuto con Sanremo Giovani e allora ti chiedo subito come hai vissuto la vittoria del Festival di Sanremo di un artista che ha fatto le selezioni con te?
Per me, anche se non sono più così giovani vedere un giovane, o meglio uno dei nuovi, vincere il Festival per me è un piacere, è sintomo di speranza per tutti noi emergenti che stiamo cercando di fare il salto nel mercato italiano. A me perciò ha fatto piacere vedere Mahmood riuscire ad arrivare in fondo anche contro big storici, quindi assolutamente è una cosa positiva e sono felice per lui e per l’opportunità che ha avuto un emergente.
Ma tu lo hai seguito il Festival?
Poco, ero impegnato a chiudere il disco. Ma non l’ho mai seguito molto in realtà, non sono uno da televisione.
Eppure ci hai provato ad andare al Festival.
Sì, perché io prima di giudicare le cose le devo provare, devo assaggiare cosa vuol dire. E lì ho capito che è una roba che non mi appartiene, però siccome sono un uomo con i piedi per terra, so che al giorno d’oggi certe cose purtroppo sono necessarie o comunque fanno saltare un po’ di tappe che con un percorso standard, senza passare dai media, sarebbe difficile saltare.
Ecco perché in tv c’eri già stato anche con la partecipazione ad X Factor?
Sì, perché certe esperienze, certi passaggi al giorno d’oggi sono fondamentali.
Ed è cambiato qualcosa dopo il tuo passaggio da X Factor e Sanremo Giovani?
Assolutamente sì, sono entrati anche lavori differenti seppur non ho suonato tantissimo.
Hai però aperto il tour degli Afterhours?
Sì ad aprile dopo X Factor per le prime 12 date del “Folfiri o Folfox Tour 2017”. Quella è stata una bella esperienza. Eravamo preoccupati io e Manuel perchè il suo pubblico è un pubblico con il coltello fra i denti, ma è andata bene.
E quanto è stato difficile entrare in empatia con un pubblico che non era lì per te?
Hai davanti persone che sono un po’ scettiche, è un po’ un esame il primo pezzo, devi prima fare e poi decidono se applaudirti o no! Però nella data in cui aprivo gli Afterhours a Bologna ho fatto un mio pezzo inedito che non avevo mai proposto durante le aperture, a meta pezzo è partito l’applauso e se non sono morto in quel momento… posso andare anche a Sanremo big!
Ma i talent e le selezioni di Sanremo hanno qualcosa in comune?
Quest’anno per quanto riguarda i giovani Sanremo era molto talent, ma X Factor è molto più stressante perché sei chiuso in una struttura e può capitarti di dover stare una giornata chiuso lì e suonare, come è capitato a me, all’una di notte. Io lo definisco un militare musicale, perché all’atto pratico di un live, di una performance, avere davanti dei giudici distrugge e interrompe il processo artistico.
Ma arriviamo alla tua musica, il brano molto bello che hai portato a Sanremo Giovani è un brano che ci mette difronte allo specchio, è così?
Esatto. Io non scrivo mai un pezzo con la finalità che deve andare in radio, a me sono sempre piaciute le cose che hanno radici forti, che raccontano qualcosa. Mi piace fare queste canzoni non per andare controcorrente ma perché io sono così, faccio quello se fare e come a me piace se poi la corrente va in un’altra direzione allora per forza sono contrario. Il brano Alba Piena ha un lato di eleganza e particolarità ed era certamente un pesce fuor d’acqua alle selezioni di Sanremo ma io ci tenevo molto a mostrare che ci sono persone che non si vendono solo perché ora va di moda una determinata cosa, persone disposte a rinunciare anche a qualcosa per la propria l’integrità.
Invece il tuo ultimo singolo Violet Peonie ha anche un bellissimo video con delle illustrazioni che avevo già visto anche per un altro tuo brano. Illustrazioni che sono dunque una sorta di fil rouge. Come mai questa scelta?
Da due anni a questa parte collaboro con un caro amico, Augusto Titoni, che poi è lo stesso che mi disegna e mi crea i vestiti che poi io uso durante i concerti, e lui per ogni vestito fa un bozzetto con il mio corpo e la mia faccia, e allora ci è venuto in mente di usarli, mettendoci ancora di più i colori, le stoffe, tanti particolari, tutto fatto a mano, senza macchinari, anche perché io non ho bisogno per forza di apparire, tanto ormai lo hanno capito come sono fatto.
Che sonorità ci dobbiamo aspettare nell’album che stai chiudendo?
Sto cercando di trovare un equilibrio e un mix più vicino al mio percorso musicale, fra blues e folk americano mischiandolo con il cantautorato italiano che voglio recuperare perché sono cresciuto ascoltando soprattutto musica straniera.
Concludiamo con la mia solita domanda semi-seria: hai una nota musicale preferita?
Mi piace molto il SOL ed io collego le note ai colori e il SOL lo vedo molto arancione.
Sei un illustratore della musica?
Non so se me lo merito questo titolo, però mi piace.