
Soriano con i tre figli - © Grassi
Già nel V sec. a.C., Sofocle scriveva in Fedra: “Per la madre, i figli sono ancore della vita”. Sono trascorsi secoli e, quella verità è diventata sempre più attuale grazie all’immortale Filumena Marturano della commedia di Eduardo De Filippo. Commedia più volte rappresentata sia a teatro che al cinema, sia in Italia che all’estero e, che, nel primo weekend di dicembre, esattamente nei giorni del 30 novembre e 1 dicembre, è stata messa in scena dalla compagnia napoletana “Il dialogo” di Cimitilene presso il teatro gravinese Vida. Alla regia, Ciro Ruoppo, le cui oculate scelte registiche hanno reso ancora più moderna e contemporanea, l’opera edoardiana originale, incentrata sul problema dei diritti dei figli illegittimi, nati fuori dal matrimonio.

Filumena - Tina Spampanato - © Grassi
Commozione, trasporto ed intenerimento verso donna Filumena hanno fatto da padroni nel cuore del pubblico gravinese che ha apprezzato il massimo impegno e la grande professionalità degli attori e del regista e non solo. Apprezzata la scenografia costituita da una prigione dorata nel primo atto che, nel secondo, si trasforma in tende per il matrimonio; i giochi di luce realizzati grazie al tecnico Mariangela Aquila, che passando dalle tonalità del grigio e del rosso del primo atto al bianco del secondo, hanno messo in evidenza i diversi stati d’animo dei personaggi. Rabbia, rancore, collera ed irritazione incontrasto con l’amore che porta luce, gioia e serenità. Il regista ha, inoltre, introdotto in scena una Filumena ragazzina per rendere al meglio l’effetto flashback nel monologo della protagonista, per l’appunto Filumena Marturano, interpretato da Tina Spampanato, che fa la sua comparsa sul palco al buio mentre si veste.

Filumena inveisce contro Don Mimì - © Grassi
La Spampanato è riuscita egregiamente a far percepire ai presenti la pazienza e la perseveranza di Filumena nell’intento di dare un cognome ai suoi figli segreti utilizzando l’inganno verso l’uomo che l’ha sempre trattata senza mai un briciolo di rispetto o umanità, Domenico Soriano, in scena Salvatore Maccaro, uomo che tra il primo e secondo atto si trasforma da
maschio a
uomo, capendo che arriva il momento in cui si deve mettere da parte il proprio egocentrismo per il bene della propria famiglia. Momento in cui l’uomo Don Mimì dà a Filumena l’unica cosa che lei aveva sempre chiesto, che farà scattare in lei, un pianto liberatorio. Un pianto di gioia e di stanchezza assieme, facendole versare lacrime che “appartengono solo a chi il bene lo ha avuto, almeno una volta nella vita, e sa cosa voglia dire la sua mancanza” e che, finalmente, anche Filumena potrà versare quando, alla fine, i tre figli si chiameranno Soriano, avranno gli stessi diritti e lo stesso amore.
Filumena rappresenta la Mamma per eccellenza, una donna dal carattere sostanzialmente forte e combattivo, fondamentalmente schietto e sincero, costretta dalla fame a conoscere l’umiliazione dell’amore mercenario e che, ciononostante, non ha mai dimenticato i suoi doveri di madre. In scena, la Spampanato, attraverso la tecnica dei flashback con la sua controfigura da ragazzina, interpretata da Milly Enza Maccaro, viene presentato uno dei monologhi più drammatici di tutta la storia del teatro. Tra cambi di luce e toccante recitazione delle due attrici, la voce del sangue prevale sulla vita triste e tormentata che la donna ha vissuto. Per Filumena, infatti, «’E figlie so’ ffiglie.... E so’ tutte eguale.... I figli so' piezz'e core».

Domenico Soriano - Salvatore Maccaro - © Grassi
Da sottolineare che, oltre alla protagonista principale, tutti gli attori sono stati bravi. Da Domenico Soriano, in scena Salvatore Maccaro, ricco di differenti sfumature caratteriale che hanno evidenziato il passaggio da maschio a uomo, nei due atti; ai tre figli, Salvatore Leone (Umberto), Antonio Mauro (Riccardo), Alfredo Lace (Michele); e poi Felice De Cicco (Alfredo Amoroso – lo “spiccia-faccende”); Liana De Rosa (Rosalia Solimene – la “dama di compagnia”- confidente di Filumena); Lucrezia Manganalli (Diana – la fidanzata di Domenico); Vecchiarelli (Lucia – la cameriera); Peppe Miccio (Avv.Nocella); Mary Rullo (Teresina); Ciro Ruoppo (facchino); Milly Enza Maccaro (Filumena “ragazzina”).
Il sipario cala sul sogno di una famiglia felice che forse non è solo utopia; speranza che in fondo al cuore ogni uomo coltiva da sempre.
Prossimo appuntamento al teatro Vida: 14 e 15 dicembre con “In due nel deserto” della compagnia “Del mulino” di Valenzano (BA).