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Casa Dolce Casa

Il teatro acrobatico dell’Europa dell’Est

di Matteo Franzoni - 24 gennaio 2014
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Spettacolo al teatro Astoria di Fiorano Modenese per l’esibizione degli acrobati della compagnia Casa Dolce Casa. Dopo l’emozionante performance degli artisti, provenienti da tutto il mondo, il pubblico ha avuto la fortuna di potersi intrattenere con alcuni di loro, che si sono simpaticamente prestati a raccontare la storia, alcuni retroscena e curiosità delle acrobazie eseguite.

 

Direzione artistica e musiche
Il primo allestimento dello spettacolo partì sei anni fa da Budapest come progetto europeo, poi divenne compagnia, grazie alla complicità e all’esperienza di Marcello Chiarenza e Alessandro Serena, che hanno saputo mescolare il teatro all’arte del circo.


Acrobati di Casa Dolce Casa - © Franzoni
All’inizio lo spettacolo gira in Polonia, Ungheria, Romania, ora grazie alla contaminazione di artisti italiani ed esteri è itinerante anche in Italia. La diffusione dello stesso è dovuta a “Circo e dintorni”, agenzia che si occupa di spettacoli circensi e affini.
Le musiche sono di Carlo Cialdo Capelli, sono state scritte appositamente per questa rappresentazione e rendono l’atmosfera magica tipica delle zone balcaniche. Lo spettacolo va in scena da oltre 2 anni e ha al suo attivo più di 200 repliche, che però non sono mai uguali, dato che le performance si adeguano di volta in volta a seconda degli spazi, del pubblico, dei teatri, delle strade e dei paesi in cui gli artisti si esibiscono.

 


© Matteo Franzoni
L’emozionante esibizione
Ad accogliere il pubblico c’è Carlo, l’attore protagonista, che cerca subito di instaurare un rapporto con i presenti vendendo finti programmi della messa in scena, topi morti (finti anch’essi) e neve, portando fin da subito il pubblico in un modo di sogno e fantasia.
La performance prosegue con Carlo che sale sul palco e cominciano le acrobazie, accompagnate dalla musica balcanica, dando inizio alla rappresentazione della storia della sua vita. Gli artisti eseguono acrobazie di gruppo e singole, aiutati da una semplice scenografia, accompagnando il pubblico con momenti ironici e spettacolari fino alla conclusione.

 

A ruota libera con gli acrobati
Gli artisti si sono poi intrattenuti con il pubblico e hanno raccontato che il mondo del circo comporta tanti sacrifici, si diventa acrobati con l’allenamento costante (più di 8 ore tutti i giorni), conoscendo e rispettando il proprio corpo.


© Matteo Franzoni
Molti della compagnia sono ginnasti pluri medagliati russi.
In Italia stanno nascendo molte scuole circensi, come  “Creazione Spettacolo” di San Donà sul Piave, questo è il modo più immediato per avvicinarsi a questo mondo. Sono proprio queste scuole, attente ai cambiamenti, che tengono aggiornati gli atleti all’arte dei giorni nostri, all’attualità, senza però stravolgere le rappresentazioni rispetto al passato. Anzi cercano di tener conto della tradizione, essendo al contempo consci che è l’artista stesso che cambia ogni giorno, comunicando il suo cambiamento agli spettatori durante le rappresentazioni.
Infatti tutto è pensato e ragionato per comunicare con il pubblico, si vuole lasciare un messaggio: non si è più solo dei semplici giocolieri. Importante è la comunicazione visiva data dalla gestualità teatrale e dai pochi e semplici oggetti di scena: una finestra, una porta, un tavolo con poche sedie e una cornice che fanno partire l’immaginazione, la favola, sia per i piccini che per gli adulti.


© Matteo Franzoni
La sensazione che pervade lo spettatore è di calore (anche quando viene inscenato il brutto tempo con la neve) e di familiarità. Allo stesso tempo risulta imprevedibile, proprio come la vita. La rappresentazione lascia la sensazione di essersi persi qualche cosa. Questo dovuto al fatto, voluto, della ricchezza di numeri presenti contemporaneamente. Lo sforzo della compagnia è incentrato nella comunicazione non verbale: ne è la riprova che alla fine lo spettatore esce sì soddisfatto, ma con il rammarico di non avere potuto seguire tutto, di aver dovuto operare delle scelte, perché questo è ciò che gli artisti hanno voluto comunicare. Nella rappresentazione ci sono davvero tanti elementi e sta allo spettatore assemblare e dare un significato a seconda delle scelte fatte osservando lo spettacolo. Tutto è messo in scena senza timore di chi osserva, anzi una delle maggiori preoccupazioni è proprio il fatto che tutto sia ben visibile.

Alla fine gli artisti comunicano, pur senza parlare direttamente al pubblico, di mantenere le proprie necessità vitali (cibo divertimento, lavoro) ma anche e soprattutto di comprendere l’importanza di altri valori come casa, la famiglia, il calore, l’amicizia e i sentimenti. L’effetto speciale dello spettacolo è che parla di quello che la gente vive tutti i giorni, certo lo fa con ironia, acrobazie e comicità balcanica, ma ci dice che nella vita si può e si deve tendere a un miglioramento grazie alle proprie qualità e scelte operate durante il nostro personale percorso di vita.

 

 


L'autore

Matteo Franzoni

Matteo nasce nel settembre del 1970. Sin dai primi anni di vita dimostra un forte interesse per l’arte e la comunicazione. 
Grazie a questa passione si iscrive alla scuola di grafica e arti visive di Bologna, dove sviluppa e affina le sue qualità artistiche. Diplomato nel 1992 si getta anima e corpo nel mondo della grafica, lavorando per varie aziende della provincia bolognese.
Nel 2000 si trasferisce a Fiorano e nel modenese conosce la differenza tra la grafica pubblicitaria e la grafica ceramica, data la specializzazione nel settore ceramico dell’intero distretto.
Negli anni a venire approfondisce la sua passione per la fotografia, facendola diventare parte integrante del suo mestiere. Spazia dai reportage di matrimonio alle foto di eventi e concerti.
Nell'ultimo anno amplia le sue competenze e grazie all'esperienza accumulata negli anni a livello comunicativo decide di intraprendere, unitamente a grafica e fotografia, anche la la professione di giornalista. Scrive e collabora con varie riviste on line come Omnibus e Giornalisti On Line.
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