Un paio di scarpette rosse su una sedia in prima fila a teatro, una trama scritta negli anni '60 e di agghiacciante attualità interpretata egregiamente dalla compagnia puteolana Vulimm’ Vulà con la regia di Roberta Principe: semplici, ma davvero efficaci gli ingredienti che hanno trasformato l’appuntamento con la rassegna “Amattori insieme Premio Pippo Schinco – Vito d’Agostino” al teatro gravinese Vida, in un momento di profondo sconvolgimento interiore per la consueta platea.

Scarpette rosse - © Grassi
Un giallo con il colpo di scena finale
Gli spettatori abituati ormai ad una notizia al giorno sulla morte di una donna per mano del marito, di certo non si aspettavano il finale a sorpresa nella rappresentazione teatrale Trappola per un uomo solo dopo la simpatica presentazione da parte del duo Sabrina Marroccoli ed Adriana Dibattista.
Ma i gialli, si sa, sono ricchi di colpi di scena, suspance e cambi di programma e questo spettacolo ne è stato un’ulteriore testimonianza. Non perdendosi nemmeno una battuta e magari facendo qualche sforzo per risolvere il mistero anzitempo, il pubblico gravinese è stato attento ed ha tentato di risolvere il mistero dell’intera faccenda intricata, affascinante ed al contempo inquietante scritta nel 1960 da Robert Thomas.

Padre Toni, marito e moglie - © Grassi
La vicenda ambientata in un isolato chalet nelle Alpi francesi, a tratti delicata ed inquietante, è di una forte attualità. Protagonista è un uomo che ha perso sua moglie e che si crede vittima di personaggi che lui non riconosce per ciò che affermano di essere: una donna che sostiene di essere la moglie scomparsa, Padre Toni - il prete del quartiere, un’infermiera e Papouche, un artista-barbone. Mentre la polizia inizia le ricerche della moglie scomparsa, l’uomo, a causa dell’insinuarsi nella sua vita da parte di questi personaggi che egli pensa vogliono rubargli un’eredità di consistente quantità, comincia ad impazzire a tal punto che anche il commissario comincia a dubitare della sua lucidità ed a non credergli più. Giunge inaspettatamente un barbone che dichiarando di conoscere la vera donna vuole aiutare il marito, e smascherare, a suo dire, la falsa moglie. Prima dell’arrivo della polizia però il barbone viene ucciso. Il caso è di difficile soluzione. Ma solo nelle ultime battute finalmente si potrà scoprire chi dice la verità e conoscere il mistero della moglie scomparsa.

La confessione - © Grassi
“Quella donna non è mia moglie…” – dice più volte Daniele, il marito vittima o lucido carnefice? Solo chi ha avuto il piacere di vedere lo spettacolo lo ha scoperto restando incollato alla sua sedia, con il fiato sospeso fino alla battuta finale in cui la verità viene a galla.
Papouche (in scena Ioffredo Vincenzo), l’artista-barbone, aveva avvisato il pubblico di prestare attenzione allo spettacolo che stava per iniziare perché proprio come accade con l’arte talmente reale da ingannare anche l’occhio più esperto, anche la storia che stava per essere raccontata era talmente reale che si sarebbe stati facilmente ingannati.

Il marito e l'artista barbone - © Grassi
D’altronde i gialli vanno gustati fino al colpo di scena finale non perdendo nemmeno una battuta e magari cercando di risolvere il mistero prima del finale. Ed è proprio quello che
Trappola per un uomo solo ha chiesto agli spettatori che fino alla fine si son chiesti a che gioco stessero giocando i personaggi in scena. Chi è vittima e chi carnefice? Marito o moglie? E chi sarà rimasto più colpito dall’intera faccenda difficile, intricata… il pubblico femminile o maschile?!? A voi l’ardua sentenza.