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La prosa di Radiogiallo

A Fiorano per la nuova stagione teatrale

di Matteo Franzoni - 7 novembre 2016
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Un pubblico eterogeneo si presenta curioso al Teatro Astoria di Fiorano per assistere alla rappresentazione teatrale “Radiogiallo”, scritta dal famoso Carlo Lucarelli. Quello che desta maggiore curiosità è l'assoluta novità delle cuffie di cui ogni spettatore sarà dotato all'entrata in sala.

Si perchè questa prosa non è altro che la rappresentazione dei radiodrammi che tanto andavano di moda agli inizi del secolo scorso, quando la radio era il mezzo di comunicazione e svago della popolazione italiana. Dicevamo delle cuffie, che permetteranno allo spettatore di calarsi nella sala di incisione dove avverrà l'intera recitazione sentendosi parte integrante dello spettacolo. Il palco è adornato solo da vari microfoni davanti ai quali ogni attore si esibirà rispettando la propria posizione. Lo spettacolo inizia con un simpatico messaggio di saluto da parte di Carlo Lucarelli, che invita il pubblico a mantenere la massima attenzione spegnendo cellulari, tablet, ipod, ipad e ogni forma comunicativa moderna per meglio comprendere le dinamiche che si svolgeranno nella sala di incisione, che si dimostrerà tutto tranne noiosa. Gli attori si presentano sul palco prendendo ognuno la propria posizione insieme al rumorista, che mostra in bellavista tutti gli strumenti che andranno a creare i rumori necessari agli sviluppi della prosa e in ultimo entra l'adattatore nonché regista, Sergio Ferrentino, la cui collaborazione con Carlo Lucarelli risulta essere ormai consolidata da anni di lavoro teatrale insieme. Ferrentino è un uomo di grande spessore, profondo conoscitore della radio e della televisione italiana per le quali lavora da decenni con grandi risultati sia in termini di ascolti che di gradimento da parte del pubblico. Ad un suo cenno ecco che la rappresentazione parte, con gli attori intenti a fare due chiacchiere prima che abbia inizio il radiodramma che andranno a recitare per gli ascoltatori della radio. E come in ogni ambiente di lavoro nascono amori, ci sono piccoli battibecchi per opinioni differenti, scherzi e ilarità, fino al momento in cui si sente il fatidico “3-2-1..via” e parte il radiodramma. Ogni attore, grazie alla propria voce e alla postura riesce ad interpretare più personaggi, rendendo davvero intrigante la recitazione. Si alterneranno sul palco varie figure, dall'ispettore rubacuori ai componenti della famiglia del defunto, con un unico scopo, trovare il colpevole dell'omicidio. Ed è qui che scattano i malintesi perchè in radio arriva un comunicato nel quale il Ministero della Cultura Popolare, per ordine del Duce in persona, afferma che va cambiato il finale del radiodramma, in quanto non dovrà essere un cittadino italiano l'assassino, bensì uno straniero. Da qui grande improvvisazione e capacità degli attori che con le loro voci hanno trasportato gli spettatori e li hanno guidati alla ricerca del “nuovo” assassino. Il tutto intercalato dalle pause del radiodramma, che vedono gli attori tornare a stuzzicarsi per gelosia o per improvvisazioni poco gradite durante il lavoro, piuttosto che per la presenza sulla scena di qualche giovane raccomandata dalle scarse capacità di recitazione rischiando di compromettere il buon esito dell'opera.

Innovativa l'idea di portare un radiodramma a teatro perchè questo metodo comunicativo è concepito appositamente per essere ascoltato e non visto, ma grazie all'adattamento, alla musica, ai suoni e ai rumori questo è diventato possibile, divenendo immagine acustica. Piacevole e divertente la figura del rumorista, che grazie a bottiglie, bicchieri, una campanella e una trombetta, riesce a replicare rumori che gli altri attori fingono di realizzare. Bello il gioco di alcuni interpreti che fingono di uscire di scena lasciando il posto ad altre figure che li sostituiscono, questo grazie a dei microfoni posizionati apposta a catturare i passi in uscita e entrata, dando davvero l'idea che ci sia un nuovo personaggio sul palcoscenico. Una rappresentazione dove nulla è lasciato al caso, dove i tempi sono magistralmente calcolati per non fare mai calare l'attenzione dello spettatore, dove le voci degli attori sono linfa per dare vita sempre a nuovi personaggi, regalando ai presenti più di un'ora filata di recitazione piacevole e divertente. Un'opera resa ancora più accattivante, oltre che dalla novità dell'ascolto tramite cuffie, dall'affiatamento corale di tutti gli attori, che sembrano sempre in completa sintonia, questo dovuto anche alla presenza di Ferrentino sul palco, che grazie alla sua esperienza e sensibilità li guida e con lo sguardo dà indicazioni per migliorarsi sempre.

Al termine della prosa sono stati tanti i minuti di applausi a testimonianza che il pubblico fioranese ha apprezzato l'originalità della prosa e la grande prova attoriale di tutti gli artisti.


La prosa di Radiogiallo
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L'autore

Matteo Franzoni

Matteo nasce nel settembre del 1970. Sin dai primi anni di vita dimostra un forte interesse per l’arte e la comunicazione. 
Grazie a questa passione si iscrive alla scuola di grafica e arti visive di Bologna, dove sviluppa e affina le sue qualità artistiche. Diplomato nel 1992 si getta anima e corpo nel mondo della grafica, lavorando per varie aziende della provincia bolognese.
Nel 2000 si trasferisce a Fiorano e nel modenese conosce la differenza tra la grafica pubblicitaria e la grafica ceramica, data la specializzazione nel settore ceramico dell’intero distretto.
Negli anni a venire approfondisce la sua passione per la fotografia, facendola diventare parte integrante del suo mestiere. Spazia dai reportage di matrimonio alle foto di eventi e concerti.
Nell'ultimo anno amplia le sue competenze e grazie all'esperienza accumulata negli anni a livello comunicativo decide di intraprendere, unitamente a grafica e fotografia, anche la la professione di giornalista. Scrive e collabora con varie riviste on line come Omnibus e Giornalisti On Line.
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