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Samuel Peron, eleganza ed energia

Avere il ritmo significa vivere pienamente, essere, immergersi nel tempo e nel suono

di Nadia Macrì - 22 dicembre 2013
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Hai iniziato a ballare già a 4 anni, ma quando hai capito che avresti voluto fare il ballerino da grande?
Ho cominciato a ballare all'età di 4 anni, iniziando con ballo da sala, liscio, danze standard, latino americani, modern jazz, funky, per poi sviluppare i miei studi e le mie ricerche nella danza fino ad arrivare alla mia attuale carriera. Sinceramente ho iniziato a vedere la mia passione per la danza come un potenziale lavoro redditizio, solo all'età di 23 anni quando, facendo musical, spettacoli teatrali e tv ho iniziato a guadagnare... prima, lo vedevo solo come un piacere personale.

 

E ancora bambino hai iniziato a partecipare ad importanti trasmissioni televisive, fino poi a diventare uno fra i ballerini più applauditi di Ballando con le Stelle: sono coincidenze o il fascino dei programmi in tv ti ha sempre appassionato?
All'età di 10 anni sono entrato nel corpo di ballo di Cristina d'Avena, nel programma Sabato al Circo condotto da Gerry Scotti e poi un anno dopo ho preso parte al concorso per bambini, condotto da Mike Buongiorno, Bravo Bravissimo. Effettivamente quando vedevo i programmi televisivi, dove c'erano i corpi di ballo, e presentavano il primo ballerino, il mio pensiero era..."un giorno ci voglio essere anche io lì!", poi all'età di 14/15 anni, mi è arrivata la proposta di una borsa di studio alla Scala di Milano, ma i miei genitori me lo dissero solo due anni dopo... penso che le coincidenze capitano perchè uno si proietta personalmente verso l'obiettivo che il destino propone, quindi il destino ce lo creiamo, come diceva Mandela...

 

In questi anni a Ballando con le Stelle hai sempre avuto delle bravissime compagne di avventura: è più semplice o più complicato insegnare a donne famose?
In questi anni di Ballando con le Stelle, ho avuto modo di rapportarmi con diversi tipi di donne, provenienti dal mondo dello spettacolo, sportivo, giornalistico, della moda e ad ognuna di loro devo dire grazie, perchè mi hanno permesso di crescere come persona, ma soprattutto come uomo perchè ho imparato molto, specialmente su come relazionarsi con l'altro sesso.
Comunque, a prescindere da tutto, le capacità, sono soggettive.

 


Samuel Peron e Anna Oxa

Fino ad arrivare all’ultima edizione che ti ha visto come maestro di Anna Oxa. Sul tuo sito leggevo che definisci Anna un personaggio carismatico: quanto la danza può governare la forza della nostra coscienza?
Come ho sempre detto, ho trovato Anna un'artista molto carismatica, ma sopratutto una donna intensa, perchè ricca di coscienza e di conoscenza! La danza ti rende cosciente quanto incosciente, dipende tutto dal livello di contatto che tu vai a creare tra il tuo corpo e la predisposizione che hai di lasciarti vivere dal suono. La danza richiede una presenza costante sulla scena, ma anche la capacità di perdersi nel suono per meglio esprimere il proprio pensiero e le proprie emozioni.

 

E musicalmente, c’è una canzone di Anna che ti piace particolarmente?
Trovo che Anna, nel cantare esprima una forza che non è da tutti! Mi è rimasta impressa: Senza pietà la trovo molto forte sia come parte musicale sia nella realizzazione del video musicale!

 

Esiste un brano musicale che ti ha emozionato tantissimo durante una coreografia?
Tutta la musica mi emoziona, non c'è un brano... dipende da tanti fattori, principalmente dal mio stato d'animo, dal mio umore, da quello che devo fare e portare in scena.

 

Tu che rapporto hai con il tuo corpo?
Ho un bellissimo rapporto con il mio corpo. Lo rispetto, visto che mi deve accompagnare ancora per molto tempo in questa vita e mi permette di esprimermi nel mio lavoro!

 

E si può nella danza relazionarsi con il tempo che passa, andando a tempo?
Io ho una mia teoria: chi sa andare a tempo sa ballare, ma chi va a ritmo vive il ballo. Avere il ritmo significa vivere pienamente, essere, immergersi nel tempo e nel suono, sventrarlo, riempirlo, assaporarne la velocità.

 

Stai per laurearti in Scienze Motorie, è un sogno che si avvera o una necessità di percorso?
Penso che la laurea al giorno d'oggi sia un modo per etichettare le persone, non tanto quanto dare una istruzione! Molti grandi imprenditori di se stessi e della ricerca in genere, hanno ottenuto grandissimi risultati dando una svolta anche all'umanità, senza essere laureati. L'istruzione credo vada di pari passo non solo con la laurea, ma anche attraverso una costante ricerca personale.
Spesso ci troviamo al cospetto di persone che hanno studiato, ma che poi non dimostrano effettive competenze... brutto a dirsi, ma è la verità. Poche sono le persone che realmente meritano il titolo di "dottore".
Comunque la mia decisione di terminare il corso di laurea, visto che mi mancano pochi esami, è un modo per ringraziare i miei dei tanti sacrifici che hanno fatto per me in tutti questi anni. Ed è un modo per me di portare avanti delle ricerche che sto facendo personalmente, e che avranno bisogno di una conferma pubblica.
In più trovo che la cultura, in mano alle persone giuste, possa migliorare il mondo, e quindi, sto cercando di migliorarmi, per poter contribuire.

 

Generalmente io intervisto musicisti e la mia domanda finale è sempre la stessa: qual è la nota musicale preferita. Un ballerino esalta la melodia, ma tu che rapporto hai con le note?
Quando ballo, non ascolto la melodia, nemmeno il ritmo, ascolto tutto della musica, e cerco di interpretarla a modo mio attraverso i passi di danza. Do ragione ad Anna quando dice che il ritmo, la melodia... tutto rientra nella forma del suono, e questo è l'unico che va a toccare il profondo di ognuno di noi. Il ritmo può essere bello, come la melodia, ma queste sono soggettive, mentre il suono, non ha ne madre ne padre, è indiscusso.


Samuel Peron e Anna Oxa a Ballando con le Stelle
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L'autore

Nadia Macrì

Nadia Macrì, è nata nel 1977 a Zurigo, ma ha vissuto anche in altre città italiane, isole comprese.
Non è chiaro se per vocazione o per bisogno, alterna pittura, radio, canto, web e scrittura all'arte della medicina. Segue con particolare interesse gli artisti emergenti e ama tutto ciò che è alternativo.
Ha all'attivo diverse collaborazioni con emittenti radiofoniche, case discografiche e portali musicali. Collabora con diverse associazioni locali e nazionali per la realizzazione di eventi musicali, ma ama soprattutto comunicare con gli artisti attraverso le sue interviste che conclude sempre con la stessa domanda semi-seria: qual è la nota musicale preferita. Quasi a voler costruire una melodia aggiungendo una nota per volta.
Di se stessa dice: "Ci sono quelli che sanno tenere i piedi per terra. E chi ha sempre la testa fra le nuvole. Nadia è a metà. Tra terra e cielo”.
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