A Castelfranco Emilia, fino al 20 maggio, è presente la mostra “Il boom”, un percorso storico rappresentato attraverso i manifesti del cinema dal 1959 al 1965 raccolti con passione e cura da Maurizio Baroni, castelfranchese doc, che ci ha guidato, insieme all’assessore alla cultura e pari opportunità, Samantha Mazzoli, attraverso i manifesti esposti raccontandoci l’amore che lo ha condotto in ogni scelta espositiva.
Attraverso questa mostra, racconta l’assessore alla cultura e pari opportunità, Samantha Mazzoli, il Comune di Castelfranco Emilia ha puntato a valorizzare l’importanza del cinema come luogo di aggregazione, intrattenimento e fonte culturale. La cittadina emiliana ha avuto in passato addirittura 5 cinema, sinonimo di una cittadinanza attenta e vogliosa di cultura e svago, mentre ora rimane attivo con grandi sforzi soltanto il cinema Nuovo, a causa della sempre più diffusa presenza di multisala che attirano i giovani. Per questo motivo il Comune e la proprietà del cinema hanno introdotto una nuova formula di intrattenimento, i mercoledì al cinema, permettendo al pubblico l’entrata gratuita e la visione di un vecchio capolavoro della cinematografia (tra gli altri Rocco e i suoi fratelli, Frankenstein Junior..) ottenendo un grande apprezzamento dal pubblico. Samantha racconta con orgoglio che, nonostante la proiezione fosse prevista per le 21.00, già dalle 20.00 erano presenti parecchie persone, a dimostrazione che il cinema può ancora essere un luogo di aggregazione in cui trovarsi, fare due chiacchiere prima del film e ridere insieme delle battute per poi confrontarsi a fine proiezione e darsi appuntamento per la successiva visione. Intento del Comune è interessare anche i più giovani a questo progetto e a tal scopo sono state coinvolte le scolaresche, dalle elementari fino ai più grandicelli, che hanno avuto l’opportunità di visitare la mostra.
Per il Comune di Castelfranco Emilia è stato un passo fondamentale entrare a far parte del più collaudato e conosciuto “Nonantola Film Festival” e progetto futuro è continuare a farne parte creando un territorio, che non si limiti al solo spazio comunale, ma che sia un’unione di comuni e territori capaci di dare vita a un progetto ambizioso, attivo e attento alle necessità del collettivo.
Samantha ci presenta poi Maurizio Baroni, proprietario dell’intera collezione esposta, che guida il pubblico attraverso la visita dei 16 manifesti scelti e presentati, oltre ad alcuni bozzetti preparatori, foto storiche dei cinema di Castelfranco Emilia, sedie in legno realizzate artigianalmente e studiate appositamente per permettere una comoda seduta per l’intera proiezione, oltre ad alcune colonne sonore dei film su vinile. La mostra si articola su tre sale: nella prima, oltre al manifesto pubblicitario dell’evento, troviamo varie teche che contengono cimeli delle prime rappresentazioni cinematografiche. Si passa dal costo dei biglietti (100 lire!) a cartelli che consigliavano al pubblico di conservare il biglietto fino a fine proiezione (chi ne fosse trovato sprovvisto doveva ripagarsi l’entrata), a cartelli che consigliavano ai più timorosi, in particolare alle donne, di chinare la testa se in sala veniva prodotto un certo suono che significava una scena che poteva incutere paura, ai cartelli pubblicitari per invogliare il pubblico ad andare al cinema (curioso l’esempio di “Incompreso” dove era il grande James Bond a consigliare di andare a vedere il film perché meritevole). Presenti nella prima sala, tra gli altri, il manifesto de “La noia” con Catherine Spaak e de “Il boom” con Alberto Sordi. Nella seconda sala presenti alcuni manifesti, tra cui il celebre “Il sorpasso” con Vittorio Gassman, ma anche il bozzetto originale tramite il quale venne poi realizzato il manifesto del film “Rocco e i suoi fratelli”. Il bozzetto è esposto a fianco ad una piccola riproduzione del manifesto e mostra al pubblico tutto il lavoro che avveniva dietro le quinte per accattivarsi il pubblico e portarlo al cinema, tenendo presente che all’epoca del boom economico non vi erano tutti i mezzi comunicativi che abbiamo a disposizione ora. Dai vari bozzetti realizzati rigorosamente a mano venivano prodotti altrettanti manifesti, poi era il produttore, in quanto sponsor economico del film a sceglierne uno che veniva esposto. Il manifesto doveva essere accattivante e ammiccante ma doveva allo stesso tempo non essere volgare per non incorrere nella censura. Nella terza e ultima sala manifesti del calibro di “Per un pugno di dollari” con un Clint Eastwood semisconosciuto di spalle, “Il gattopardo” con un affascinante Alain Delon e il capolavoro “La dolce vita” di Federico Fellini. La sala è un‘esplosione di colori e meraviglie che Baroni ci illustra con un filo di voce. Troviamo un uomo innamorato della sua passione, un uomo che da una vita colleziona cinema in ogni sua forma al punto da avere una collezione enorme, che amorevolmente ha deciso di condividere con la Cineteca di Bologna, per preservarla.
Una vita per il cinema, una passione iniziata con l’amore adolescenziale per Rita Pavone, di cui raccoglieva fotografie e dischi, oltre che film. Il primo manifesto “staccato” è stato proprio quello della Pavone, da lì in poi è stato un susseguirsi di raccolte che lo hanno portato in giro per il mondo, con tenacia e abnegazione a mostrare con orgoglio la sua collezione che gli ha reso omaggio permettendogli di conoscere tante icone del cinema, da Vittorio Gassman a Ennio Morricone. Buona parte dell’archivio Baroni è autografato dai protagonisti dei manifesti, particolare che rende ancora più valorosa e inimitabile la sua collezione.
Bellissimo il restauro che i manifesti hanno subito per poter essere esposti, restauro che ha ridato vita e colore alle opere, che spesso non hanno nulla a che invidiare alle più famose opere esposte nei musei. Restaurare i manifesti è stato un passaggio obbligatorio in quanto le stampe venivano eseguite su carta povera, data l’esposizione all’aperto, alle intemperie e al sole, riuscendo addirittura a togliere i segni delle puntine con le quali venivano affissi. Negli occhi e nella voce di Baroni c’è amore per il lavoro di una vita che lo inorgoglisce, c’è fierezza per aver conosciuto gli artisti che hanno dipinto questi manifesti oltre al piacere di aver conosciuto attori, registi e produttori che hanno sponsorizzato i film.
Una vita di cinema e per il cinema quella di Maurizio Baroni che promette, insieme all’assessore Mazzoli, di realizzare altre esposizioni per il pubblico dato il grande successo di questa prima mostra, capace di raccontare un periodo storico così fiorente per l’Italia anche grazie alla cultura e al cinema, che da sempre ha visto l’Italia protagonista nel mondo per merito di attori e registi di grande spessore.
Un consiglio... andate a visitare questa mostra, è un’enciclopedia di storia, cinema e cultura, traspira emozione in ogni opera.