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Una diecimilalire, a settembre nelle sale italiane

Al teatro Astoria di Fiorano la presentazione del film

di Matteo Franzoni - 25 giugno 2016
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Una diecimilalire, film di Luciano Luminelli che è autore, regista e produttore, ha vinto al Cinema Festival di Siena il premio come miglior film italiano ed è stato premiato da Pupi e Antonio Avati. Sembra il cinema di una volta, quello autoprodotto, uscito fuori dai circuiti delle grandi case cinematografiche che non ha nulla da invidiare ai film appoggiati dalle grandi major e proprio per questo ha un quid in più. È paragonabile per sentimento e bellezza a pellicole come "La meglio gioventù" e "Baaria". Il film è stato realizzato nell’arco di due anni, i primi ciak hanno avuto inizio nell’ottobre 2014. Già il titolo evoca un passato italiano che non poi è così lontano da noi. Lo si può definire un film in costume dato che la narrazione parte dagli inizi degli anni cinquanta per passare ai sessanta, quelli del boom economico, fino ad arrivare ai giorni nostri. Un film che tocca le corde dei sentimenti passando dalla bellezza visiva arrivando direttamente al cuore, che dovrebbe uscire a settembre in tutte le sale italiane.

Gerardo Placido, uno degli attori protagonisti, alla presentazione del film al teatro Astoria di Fiorano Modenese, prende la parola dicendo che un elemento unificatore d’Italia sono gli scambi culinari che ha potuto provare durante le pause del girato tra Irsina e Roma, ma ha apprezzato molto anche i tortellini emiliani. Poi si fa serio e ringrazia il gestore del bel cinema di Fiorano, volendo così ringraziare anche tutta l’industria cinematografica in genere che ci permette di sognare ad occhi aperti. In questo caso la pellicola svela l’amore per la tradizione, la buona tavola, l’amicizia e i sentimenti.
La parola passa all’imprenditore Pino Saccomanno che assieme alla famiglia Bolognese ha contribuito come sponsor alla realizzazione del film. Pino sembra un bimbo ammaliato e stupito dal mondo del cinema e assicura che i due anni di lavorazione della pellicola sono stati duri e intensamente professionali, poi augura una buona visione ai tanti presenti in sala.
La rappresentazione ha inizio e lo spettatore si trova di colpo catapultato nei primi anni cinquanta a Irsina, un paese povero prevalentemente contadino privo di ogni comodità, in Basilicata. I giovani, anzi i giovanissimi, tentano di scappare verso il nord dove il progresso e il boom economico stanno facendo i primi passi. Certo fa effetto pensare che anche a Roma, città dove si trasferiscono i due giovani Michele e Vincenzo, all’epoca non tutti possedevano il telefono fisso in casa, nascevano i primi enormi televisori, chi possedeva una lambretta era considerato fortunato.

Ciro Esposito, che interpreta Michele, è il fratello maggiore che ha messo su un’attività di calzolaio che rende bene. La lontananza dal paese lucano e gli agi di Roma sembrano avergli fatto scordare l’umiltà e la saggezza contadina, infatti con l’andare avanti degli anni va alla ricerca spasmodica e malata di ricchezze maggiori, mettendosi in grossi guai e scordando perfino di aiutare economicamente la madre e il padre che invano lo attendono assieme alla sorella a Irsina. Esposito con la sua interpretazione ci riporta con i piedi a terra facendoci capire che anche in passato non c’erano solo buoni sentimenti e principi morali retti, gli immigranti non erano visti di buon occhio da tutti e potevano incorrere in giri loschi.
La regia riesce a far risaltare la semplicità dell'accettazione dei più deboli, specie nella figura del Commendatore, interpretato da Sebastiano Somma, uomo ricco non solo economicamente, ma anche di sentimenti, che fin da subito vuole bene a Vincenzo assumendolo nella sua pasticceria e successivamente cerca di aiutare per quello che può il fratello maggiore Michele quando questi si mette nei guai.

Gianluca di Gennaro, che interpreta Vincenzo, a differenza del fratello mantiene la morale impartita dai genitori e non scorda mai di scrivere lettere per informare l’avanzamento degli avvenimenti romani essendo conscio di quanto i parenti e in modo particolare la madre soffrano della distanza dei due figli. Bello ed emozionante il rapporto tra il Commendatore e Vincenzo che ancora una volta sottolinea un’Italia buona e piena di valori positivi che oggi forse si sono perduti.

Paola Lavini, attrice di Maranello, presente alla prima di Fiorano, è orgogliosa di poter presentare l’opera che ritorna in “patria” dato che a Sassuolo vive un folto gruppo di irsinesi ormai trapiantati nella zona delle piastrelle da anni che con piacere ha visto e commentato il film girato nella propria terra natia. L’attrice recita in modo magistrale il ruolo della tipica madre del sud e ci trasporta dentro le mille preoccupazioni della donna, padrona del focolare negli anni cinquanta in meridione. Svela poi che anche lei nella realtà è figlia di una donna del sud e racconta di sentirsi un pò immigrata dato che per ragioni di lavoro si è trasferita a Roma, facendo il percorso inverso, dal nord al sud. Paola dice che la storia italiana coincide spesso con la storia dell’immigrazione, non solo dal sud al nord, ma anche verso l’estero e proprio in virtù di questo fatto lei e tutto il cast stanno promuovendo la pellicola anche al di fuori dell’Italia.

All’uscita dal cinema gli accenti tipici della Basilicata si confondono con la commozione della gente del nord e tutti si complimentano con gli attori presenti in sala ripensando ai buoni valori e sentimenti che la pellicola ha saputo regalare loro, riportando ricordi, profumi e sapori della tanto amata Irsina.


L'autore

Matteo Franzoni

Matteo nasce nel settembre del 1970. Sin dai primi anni di vita dimostra un forte interesse per l’arte e la comunicazione. 
Grazie a questa passione si iscrive alla scuola di grafica e arti visive di Bologna, dove sviluppa e affina le sue qualità artistiche. Diplomato nel 1992 si getta anima e corpo nel mondo della grafica, lavorando per varie aziende della provincia bolognese.
Nel 2000 si trasferisce a Fiorano e nel modenese conosce la differenza tra la grafica pubblicitaria e la grafica ceramica, data la specializzazione nel settore ceramico dell’intero distretto.
Negli anni a venire approfondisce la sua passione per la fotografia, facendola diventare parte integrante del suo mestiere. Spazia dai reportage di matrimonio alle foto di eventi e concerti.
Nell'ultimo anno amplia le sue competenze e grazie all'esperienza accumulata negli anni a livello comunicativo decide di intraprendere, unitamente a grafica e fotografia, anche la la professione di giornalista. Scrive e collabora con varie riviste on line come Omnibus e Giornalisti On Line.
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