Con questo libro l’autrice, Emily Iavasile, ha voluto condividere con il lettore cosa significhi essere una donna, una moglie e soprattutto una madre che lotta quotidianamente con la malattia e la disabilità. Attraverso episodi del suo vissuto racconta le sue più intime emozioni: la gioia e il dolore, la delusione e la felicità, ma principalmente scrive di amore e di speranza. L’amore per suo figlio Christian e per quella cosa meravigliosa che si chiama vita e la speranza che non l’abbandona mai, nemmeno dei momenti più bui e l’aiuta ad affrontare a testa alta quella malattia rara e degenerativa che condivide con il suo adorato bambino. Questo è anche un libro di denuncia e di riflessione sulle problematiche che un disabile deve affrontare quotidianamente nel nostro paese: dalla burocrazia alle barriere architettoniche fino al problema peggiore, quello della chiusura mentale di molte persone che vedono, ancora oggi, il diversamente abile con paura e/o sospetto.
Ho il piacere e l’onore di conoscere Emily, suo marito Sergio e il loro piccolo Christian. Sono una famiglia che arricchisce il cuore e apre la mente, nonostante i loro evidenti problemi trasmettono gioia e serenità a chi hanno vicino e in chi li osserva.
Emily, questo è il tuo secondo libro. Dopo “Christian il nostro senso della vita” hai scritto un altro libro che vuole essere un punto di riflessione per chiunque lo legga, ma soprattutto un aiuto concreto per chi soffre e si sente solo. Cosa ti ha fatto avere l’idea di mettere su carta la tua vita, i tuoi pensieri?
Con il mio primo libro e in maniera particolare con quest’ultimo, il mio principale obiettivo e desiderio è quello di riuscire a trasmettere al lettore, serenità, carisma, pace e felicità, attraverso la condivisione della mia interiorità e i valori che ho nel mio cuore come mamma e moglie, nonostante sia io che mio figlio Christian siamo affetti da una malattia e abbiamo una disabilità. In “Vivere con una Speranza” ho deciso di scrivere la mia autobiografia, affrontando varie argomentazioni concrete e attuali, scrivere semplicemente il seguito del primo mi sembrava poco originale e un po’ scontato.
Presto lascerete l’Italia per poter garantire a vostro figlio Christian le cure di cui ha bisogno e la speranza di un futuro migliore. Lasciare tutto e tutti penso non sia stata una decisione facile.
A questa domanda rispondo con commozione! Sì non è stato semplice prendere questa decisione, ma il nostro desiderio è quello di garantire un futuro migliore al nostro unico figlio e non vogliamo che la malattia con il passare del tempo prenda il sopravvento, anzi! Vogliamo fare in modo, in base alle nostre possibilità, di dargli il massimo delle attenzioni, del benessere e dell' agiatezza quotidiana, offrendogli tantissime opportunità e vantaggi nel corso della sua esistenza breve o lunga che sia.
Un' altra motivazione ESSENZIALE è che qui in Italia questo tipo di patologie RARE sono poco conosciute e la ricerca, la sperimentazione NON esiste.
Di una cosa siamo certi, insieme alla mia ragione di vita Christian, vogliamo lottare contro questa terribile malattia senza MAI mollare, affrontando gli ostacoli che si presenteranno, per raggiungere dei traguardi, delle vittorie.
Ci tengo a prendere come riferimento delle frasi che ho inserito nel secondo libro: “L’ambizione più grande che ho è quella di sperimentare, di provare ininterrottamente a compiere qualsiasi cosa nella vita, senza arrendermi; preferisco le delusioni piuttosto che i rimpianti” e “Ci sono rischi che vale la pena correre e speranze per cui vale la pena battersi”.
Per chi fosse interessato ad acquistare il tuo libro “Vivere con una speranza” edizione e produzione “I Nomadi srl”, dove lo può trovare?
Per chi fosse interessato ad acquistare entrambi i libri o uno soltanto le modalità sono differenti:
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