Neppure l’acqua a catinelle scesa per l’intero week end ha fermato i fedeli lettori di Chiara Gamberale, accorsi numerosissimi per incontrare la scrittrice nella bellissima sala consiliare del comune di Castelvetro.
L’atmosfera che si crea da subito è quella di un salotto di casa dove un gruppo di amici si trova per conversare e confrontarsi sulle proprie faccende personali. Chiara è affabile, curiosa e instaura con i presenti un grande feeling parlando del momento, che per lei non è soltanto quando ci innamoriamo, la nascita di un figlio o la morte di una persona cara piuttosto che una proposta di lavoro addirittura superiore alle nostre aspettative. Questi sono i momenti in cui la vita ti chiama e lì si capisce se si è pronti a cambiare e crescere. L’uomo nasce per evolversi ma è terrorizzato dai cambiamenti anche quando questi sono positivi, poi cita Pasolini “Soffre tutto ciò che cambia anche per farsi migliore”. Ed è ciò che accade a Lidia e Pietro, i protagonisti del romanzo della Gamberale, due persone molto diverse, Lidia agitata dal bisogno di emozioni forti, Pietro silenzioso che si tiene alla larga dalle emozioni, poi si incontrano e c’è l’adesso. Ogni giorno incontriamo una grande quantità di persone ma è magico pensare che tra queste c’è qualcuno che si ferma e rimane con noi. Le persone si dividono tra chi amiamo e tutte le altre e chi amiamo sono coloro che ci fanno più soffrire e arrabbiare, sono quelle a cui diamo sia il meglio che il peggio di noi. Pietro è bloccato dalle sue fragilità, Lidia invece è una donna molto forte ed entrambi avranno l’opportunità di mettersi in gioco mostrando le proprie debolezze, a differenza di altri personaggi del romanzo che rimarranno attaccati alle fragilità non lasciando andare i problemi, e rimarranno personaggi di contorno che rubano qualche capitolo alla narrazione principale. Chiara racconta che ama osservare il mondo e in questo romanzo ha voluto inserire svariate tipologie di persone che ha conosciuto. Oltre che scrittrice si sente ed è anche una lettrice e spesso ha avuto l’opportunità e la fortuna di conoscere i suoi lettori, che le hanno ispirato le storie, basate su una grande dote di ascolto e curiosità. Nel raccontarsi Chiara ammette di aver voglia di conoscere e approfondire i rapporti fino a quando arriva il momento in cui capisce di essere davvero dentro a ciò che scrive perché comincia a vedere chi incontra per caso assomigliare ai protagonisti delle sue storie, da lì capisce che il romanzo sta prendendo forma. Da piccola svela che a casa sua non c’erano libri, il padre aveva una formazione scientifica mentre la madre era ragioniera, ma lei ha sempre amato andare a scuola, le piacevano le storie e il primo libro letto è stato “Piccole donne”. La stessa magia di lettrice la prova anche come scrittrice perché adora avere lettori che asciugano la sua solitudine, un modo molto bello per incontrarsi pur non facendolo direttamente a dimostrazione del suo amore per l’essere umano e i sentimenti che lo pervadono. Durante la conversazione con i presenti nasce un dibattito stimolante
riguardo i curriculum sentimentali, aspetto provocatorio inserito volutamente nel romanzo da Chiara, che si è domandata se per non soffrire in amore sia sufficiente stilare un curriculum per capire se sia il caso o meno di frequentarsi. Grazie a questo espediente il lettore di “Adesso” ha la possibilità di comprendere o condannare Lidia e Pietro perché può capire chi sono e da dove provengono. Quando incontriamo una persona per Chiara non incontriamo un singolo essere umano, ma un insieme di persone, c’è infatti la sua famiglia, i suoi amici, il bimbo e l’adolescente che è stato, in questo modo stiamo conoscendo tutto ciò che ha formato e deformato quella persona. L’interazione con il pubblico continua, soprattutto a proposito del curriculum sentimentale e quello che emerge è che man mano che cresciamo diventiamo sempre più concreti e diretti, proprio come Lidia che lascia il suo lavoro e Roma, la sua città, per raggiungere Pietro e capire se è quello giusto. Per un’altra lettrice il curriculum toglie all’amore l’adesso, che è il sentimento e l’impulso iniziale della fase dell’innamoramento. Chiara poi passa a parlare degli amori che durano tutta una vita e prova ammirazione per coloro che riescono a rinnovare l’adesso, pur cambiando perché in una vita intera una persona non rimane sempre la stessa. La zona cieca che ognuno di noi ha è quella parte che non siamo in grado di vedere ma che un amore o un amico possono mostrarci perché ci conoscono come nessun altro. Nel conversare la Gamberale svela al pubblico la forte assonanza che le ha fatto notare il suo amico Massimo Gramellini, tra il titolo “adesso” e la dedica in prima pagina “Ad esso”. Il libro è dedicato alla persona amata da Chiara, che affettuosamente ha coniato per lui il nomignolo Esso. Altro grande spunto di dibattito la domanda di Chiara “Si può venire a patti con la realtà senza accontentarsi?” e la risposta di una lettrice è stata “Sì, vivendo l’adesso”. L’essere umano per la scrittrice ha infinite potenzialità ma è sempre incentrato su sé stesso, con uno spiccato narcisismo, poi conia un nuovo termine “ricontentarsi” dicendo che nella vita l’uomo deve imparare a ricontentarsi. Cosa significa? Dobbiamo trovare dentro di noi la capacità di essere sempre curiosi nei confronti della persona amata per ritrovare l’adesso e non rivolgere le proprie attenzioni ad altro perché ogni volta che ci distraiamo è un’occasione persa. Bisogna saper accettare ciò che ci capita, anche quello che non ci piace perché quando riusciamo ad accettare gli eventi troviamo una giustizia e riusciamo a ricontentarci. Altra tematica frequente negli scritti di Chiara è il tempo, quando soffriamo sembra non passare mai, quando siamo felici passa subito, eppure dura uguale. In chiusura una frase di una lettrice che dice: “Adoro leggere i tuoi libri, ma mi spiace terminarli perché senza mi sento un po’ più sola”.