È stata inaugurata il 30 novembre, all’Antico Teatro Sociale “G.G. Arrigoni” di San Vito al Tagliamento (PN), la ventiduesima edizione di Palinsesti, che terminerà a metà gennaio. La scelta del nome richiama una tavola incerata su cui si scriveva e poi cancellava, per poi scrivervi ancora sopra. "Il criterio che noi adottiamo nella scelta artistica della rassegna, è quello di una attenta disamina del lavoro degli artisti, la loro specificità cercando di prevedere con una certa approssimazione i loro ulteriori sviluppi" spiega il curatore Giovanni Rubino.
La rassegna d’arte contemporanea è stata organizzata dall’Assessorato Beni e Attività Culturali del Comune di San Vito al Tagliamento grazie anche ad un contributo della Regione di quasi 30.000 euro. L’edizione di quest’anno parte dopo molte incertezze, anche a causa delle difficoltà economiche, ritrova slancio, si rinnova e si apre anche alle nuove generazioni con un programma più concentrato sui singoli artisti.

Graziano Negri
Omaggio a Graziano Negri e Progetto OFF 2013
Una delle esposizioni monografiche sarà una retrospettiva dedicata a Graziano Negri, il pittore veneto recentemente scomparso, curata da Alessandro Del Puppo, Valentino Turchetto (gallerista udinese) e Denis Viva. Negri è stato fra i maggiori esponenti italiani della pittura astratta cosiddetta “analitica (poiché si tratta di un’arte che indaga il suo stesso funzionamento). Il lavoro di questo pittore è stato di continuare sulla strada dell'astrazione e su di una riflessione sullo stesso lavoro di pittore e sulla pittura intesa come tecnica artistica. Negri ha lasciato un corpus di opere che va dagli esordi sino ad oggi, un percorso completo indagato dalla mostra che sarà ospitata nel seicentesco palazzo Altan accanto ad un progetto fotografico di Alessandro Ruzzier, nel quale egli reinterpreterà, attraverso il suo obiettivo, il significato attribuito da Negri al rapporto tra immagine e supporto. L’Associazione Grafite poi esporrà, sempre in palazzo Altan, le opere di tre giovani artiste Marina Ferretti, Giulia Iacolutti, Lara Trevisan con il Progetto OFF 2013 - Cantieri di fotografia - Territori Attuali a cura di Alessandro Ruzzier. Lo scopo della sezione è di portare il lavoro laboratoriale di fotografi non-professioniti nella rassegna Palinsesti, in stretta continuità con i temi di volta in volta proposti. OFF 2013 è dunque un cantiere di fotografia durante il quale gli organizzatori, il curatore e gli artisti lavorano assieme ridefinendo le logiche di relazione all’interno del sistema dell’arte contemporanea. Quest’anno sono state selezionate tre autrici ed è stato chiesto loro di lavorare su tre spazi fisici, tre luoghi situati nel territorio circostante, scegliendo fra i luoghi dell'abbandono, dell'inutilizzo, dei segni del tempo, con la loro fascinazione che deriva da quell'immagine decadente, irresistibilmente corrotta e invitante. "Credo che gli spazi restituiscano memorie, immagini, storie in maniera quasi fisiologica - spiega Alessandro Ruzzier - In un luogo si stratificano differenti livelli temporali e la nostra presenza si diluisce in un passato che, man mano che si procede all’indietro, è sempre più opaco all’indagine razionale ma che costituisce una superba superficie sulla quale proiettare le nostre visioni di oggi", conclude Ruzzier.

Palinsesti - Galanterie Mecanique
Le meccaniche incerte: sogno o l’incubo della civiltà industriale
Nellex Essiccatoio Bozzoli, riqualificato dal recente restauro, troverà spazio il progetto Le meccaniche incerte, appositamente realizzato da un duo di giovani artiste slovene e curato da Giovanni Rubino. Palinsesti infatti presenterà le opere di Meta Grgurevi e Urša Vidic, già esposte alla 30° edizione della Biennale Internazionale di Grafica della Città di Lubiana e alla 7° edizione della Triennale d'arte contemporanea slovena sempre a Lubiana nel 2013.
L’installazione Galanterie Mecanique, si compone di congegni, ombre e luci, attraverso l’impiego di ingranaggi, proiezioni e pellicole che si muovono con tempi sincroni e asincroni, e attraverso gli spazi di archeologia industriale dell’ex Essiccatoio Bozzoli mette in scena il sogno o l’incubo della civiltà industriale. Lo scopo del loro essere a San Vito al Tagliamento è quello di incoraggiare gli scambi con la vicina Slovenia ma anche di mostrare al pubblico italiano le ricerche in quella che un tempo era l'anticamera alla cortina di ferro.
Omaggio a Pasolini e 5° edizione del Premio In Sesto nelle Antiche Carceri asburgiche: reclusione e libertà, come due volti della stessa medaglia.
Ci sarà infine la quinta edizione del Premio In Sesto la cui missione è di legare la manifestazione al territorio, per questo la competizione è riservata agli artisti nati o residenti in Friuli Venezia Giulia. Il Premio è curato da Giorgia Gastaldon ed avrà una commissione interna di selezionatori, composta dagli organizzatori storici della rassegna, Angelo Bertani, Alessandro Del Puppo e Denis Viva e Caterina Furlan della Fondazione Furlan nella cui sede sarà ospitata la mostra personale del vincitore della precedente edizione del Premio, Gianni Pignat, poliedrico artista pordenonese; architetto, fotografo di viaggio, autore di una fra le più approfondite ricerche documentarie e fotografiche su Tina Modotti presentata negli Stati Uniti e alla televisione francese. Il mito e la narrazione sono da sempre gli elementi fondanti della ricerca di Gianni Pignat, i cui lavori parlano di viaggi in terre lontane e raccontano storie vissute o ascoltate in quei luoghi.

Gianni Pignat, I Segni di un sogno - Giardino di Palazzo Rota
Con l’opera vincitrice della scorsa edizione, i
Segni di un sogno, progettata per il giardino di Palazzo Rota a San Vito al Tagliamento, l’artista riesce nell'intento di mettere in atto una doppia narrazione. La prima coincide con un racconto letterario:
Il sogno di una cosa di Pier Paolo Pasolini, romanzo dato alle stampe nel 1962 e di cui, un anno fa, si è celebrato il cinquantenario della pubblicazione proprio con il
Premio In Sesto. La seconda si sovrappone alla narrazione storica del luogo in cui l’opera di Pignat s’innesta: il giardino di Palazzo Rota, palcoscenico reale di quei moti di protesta contadini contro la mancata applicazione del Lodo De Gasperi, nel gennaio 1948, raccontati da Pasolini nel suo romanzo. Il lavoro per Palazzo Rota riunisce questi due racconti – letterario e storico – sotto l’immagine emblematica dei sogni sfumati di quei giovani protagonisti in rivolta: le loro speranze per un futuro migliore si trasformano nel motivo floreale del petalo che sale verso il cielo, come gli sguardi speranzosi di quei giovani ragazzi. Gli artisti selezionati quest’anno, uno per ogni provincia della Regione sono: Luciano Celli, scultore e architetto triestino, autore della progettazione dello stadio “Nereo Rocco” e della nuova sede della Lloyd Assicurazioni di Trieste; il pordenonese Guerrino Dirindin, i cui lavori guardano sempre al tema della terra e al rapporto tra uomo e natura; Chris Gilmour, udinese di adozione ma inglese di origine, vincitore nel 2006 del premio “Cairo”, che realizza le sue opere con la carta e il cartone ed infine la goriziana Alessandra Lazzaris i cui progetti coinvolgono prevalentemente materiali metallici come il ferro arrugginito ed il rame brunito. Il miglior progetto proposto dai quattro artisti, scelto con il voto del pubblico (che potrà votare durante la visita alle opere), verrà ospitato nelle Antiche Carceri asburgiche di San Vito; il tema è quello dettato dallo stesso luogo, la reclusione e la libertà, come due volti della stessa medaglia. L’Amministrazione Comunale con questa scelta vuole valorizzare questo edificio della prima metà dell’800, di particolare valenza storico-artistica, restituendolo alla comunità sanvitese dopo il restauro.