La storia della scultura greca si articola in tre periodi: Arcaico, Classico ed Ellenistico, che presentano caratteristiche diverse tra loro. Per capire: nel periodo Arcaico (VIII sec al I sec a.C.), le statue si presentano rigide, in assenza di movimento e frontali (che ricordano la scultura egizia). Nel periodo Classico (V sec. a.C.) gli scultori abbandonano le forme semplici e squadrate, per rappresentare le caratteristiche del corpo umano più attinenti al vero. Nel periodo Ellenistico (IV sec a.C.al I sec. d.C.), gli scultori ricercano effetti spettacolari, di grande ricchezza scenografica, e prestavano molta cura ai panneggi, ricordate la Nike di Samotracia che abbiamo visto qualche tempo fa in questa rubrica? Che meraviglioso esempio di scultura ellenistica! Oggi rimaniamo ancora in questo periodo e guardiamo attentamente un'opera che ci racconta un episodio della Guerra di Troia: il Laocoonte.
Il sacerdote Troiano Laocoonte aveva cercato di opporsi all'introduzione del cavallo di legno, entro le mura di Troia. Il Cavallo era stato ideato da Odisseo, per far entrare con l'inganno i guerrieri greci dentro alla città. Per punirlo di questo suo tentativo, Athena, protettrice dei Greci, manda due serpenti, affinché uccidessero il sacerdote e i suoi due figli. Originariamente la scultura era in bronzo, a noi è rimasta una copia romana. Gli autori: Athenodoros, Haghesandros, Polydoros. La statua si trova ora conservata ed esposta nei Musei vaticani, in Città del Vaticano.
Se guardiamo attentamente il Laocoonte possiamo notare la drammaticità della situazione sottolineata dal grido di dolore del volto; gli occhi chiusi, la bocca aperta. Il sacerdote si divincola, contraendo il corpo, il figlio sulla sinistra è oramai arreso alla sua sorte, si nota infatti un serpente che lo attanaglia e mentre l'altro figlio cerca di divincolarsi dalla morsa del secondo serpente, quest'ultimo morde al fianco sin il Laocoonte. Le tre figure sono unificate nella composizione dalle spire dei serpenti che condurrà padre e figli a un unico tragico destino. Si è vero, c’è tutto il dramma, ma quanta bellezza nella proporzione del corpo, della linea sinuosa, dell'eleganza dell'insieme.
Quanto hanno da insegnarci i Greci. Infatti nelle epoche successive si guarda sempre indietro al passato, si guarda sempre alle meraviglie del popolo greco.