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Una domenica “Di torre in torre”

Da Formigine a Sassuolo alla scoperta dei castelli del territorio

di Matteo Franzoni - 2 dicembre 2015
1979

La macchina organizzativa del Comune di Formigine si dimostra impeccabile, alle 15,30 c’è il ritrovo puntuale di circa una cinquantina di persone, molte delle quali abitanti nei comuni limitrofi, ma che per una ragione o l'altra non hanno mai avuto la possibilità di visitare i tesori vicino a casa. Spesso si intraprendono lunghi viaggi per osservare opere d’arte e musei prestigiosi senza pensare che nel nostro territorio di provenienza ci sono palazzi che nulla hanno da invidiare a quelli esteri, anzi, il valore aggiunto è riscoprirli e tutelarli.
A Formigine vengono consegnate le radioline per poter ascoltare agevolmente la guida che svelerà passo a passo tutti i segreti architettonici e museali.
I presenti vengono suddivisi in due gruppi da venticinque persone, i primi con un pullman si recano alla visita di Palazzo Ducale a Sassuolo per poi tornare a Formigine e visitarne il castello mentre il secondo gruppo farà il percorso inverso.
L’architetto Vincenzo Vandelli spiega che questa visita sarà l’occasione per osservare in maniera diversa e speciale Palazzo Ducale. Informa i visitatori che un tempo la zona era piena di fiumi e canali poi deviati per creare cascate, utili per i lavori dei mulini, sotto Francesco I e grazie agli architetti Vigarani e Avanzini vennero costruiti addirittura corsi d’acqua pensili che tramite dighe permisero la realizzazione delle famose peschiere che tanto piacevano ai duca Este di Ferrara. La Peschiera di Sassuolo oggi è un simbolo riaperto al pubblico, le cui vasche piene d’acqua riservano ai presenti una inaspettata sorpresa, infatti una coppia di aironi plana dolcemente per dissetarsi per poi riprendere il volo lasciando turisti e guida piacevolmente stupiti. Si entra a Palazzo Ducale per visitare gli antichi appartamenti quattrocenteschi che non erano accessibili al pubblico da due anni perchè erano e sono tuttora il ricovero di pregevoli opere portate in salvo dal terremoto del 2012. In via del tutto eccezionale è stato possibile ammirare gli affreschi e il soffitto originale del tempo, inoltre essendo luogo di lavoro per i restauratori è possibile vedere travi coloratissime da vicino e una moltitudine di statue in fase di archiviazione facendo sentire il visitatore il vero custode di questi beni immensi. La visita prosegue nella parte nuova di Palazzo Ducale dove tra tante opere troviamo affreschi del Boulanger e un presunto Raffaello, in altre stanze si trovano installazioni di artisti moderni che sorprendentemente sembrano non stonare con l’antico del Palazzo e indicano il passaggio del tempo. Terminata la visita l’allegra compagnia ormai accomunata da conoscenze ed esperienze visive riparte alla volta del Castello di Formigine.
Anche qui le acque la fanno da padrone e il loro controllo in passato era molto importante, è da esse che nasce la fortificazione. Prima del 1201 sembra che a Formigine non ci fosse nessun abitante, in tutti i documenti precedenti si parla solo di boschi che vengono comprati o venduti, ma tra il 1997 e il 2003 il Comune di Formigine decide di compiere degli scavi all’interno del parco del Castello e qui è stato rinvenuto un pavimento di legno assieme a resti di una antica chiesa oltre al ritrovamento sensazionale di una moneta usata tra l’anno 960 e il 1000. Da questa scoperta si deduce che se c’era una chiesa molto probabilmente vi erano anche abitati di persone.
Il Castello purtroppo venne distrutto quasi interamente con le bombe alleate nel 1945, però qualche pezzo della prima costruzione si è salvato ed è visibile. Il Castello dai Pio di Savoia venne ceduto tramite una permuta ai Calcagnini, conti di Maranello, proprietari fino al 1945 quando muoiono proprio sotto i bombardamenti, non tra le macerie del Castello stesso ma a causa dello spostamento d’aria che ha fatto crollare calcinacci dalle torri dove si erano rifugiati. Nonostante tutto le torri hanno retto abbastanza bene così come il sistema di difesa fatto di ponti levatoi. Degno di nota è l’interno delle torri usate nel tempo anche come prigioni dove si possono leggere iscrizioni sui muri fatte dai prigionieri. Anche qui è visibile il passare del tempo grazie ad installazioni innovative che spiegano tutta la storia del Castello e delle famiglie che lo hanno abitato.
Terminata la visita i due gruppi si sono riuniti e l’organizzazione ha offerto un ampio aperitivo a tutti.
Di seguito un estratto dell’intervista realizzata dopo la visita del Castello di Formigine e di Palazzo Ducale a Sassuolo realizzata con l’architetto Vincenzo Vandelli, grande cicerone del pomeriggio artistico.

Come è nata l’idea “Di torre in torre”?
Il progetto è nato a livello regionale per valorizzare tutti i castelli presenti in Emilia Romagna, che sono davvero moltissimi e per i quali era necessaria una valorizzazione. Siccome ogni singolo castello avrebbe faticato da solo nel gestire l’iniziativa si è pensato di associare l’idea a più luoghi. Si è iniziato a giugno unendo i castelli in un circuito seguendo un criterio di affinità e similitudini con la storia e le origini in comune, oltre alla destinazione d’uso attuale di ogni costruzione.

Come ha risposto il pubblico a questa iniziativa?
A livello regionale l’iniziativa ha riscosso da subito un importante successo e in particolare per Formigine e Fiorano il successo è stato tale da essere proprio oggi alla terza replica.

Cosa unisce il Castello di Formigine e il Palazzo Ducale di Sassuolo?
Sassuolo e Formigine sono uniti dalle stesse origini, in quanto i Pio di Savoia, ex signori di Carpi, dopo aver ceduto appunto Carpi hanno avuto in cambio lo staterello di Sassuolo, che comprendeva anche Formigine, che è sempre rimasto con l’assetto di un castello mentre Sassuolo è diventato Palazzo Ducale, mantenendo però al suo interno le tracce dell’antico castello.

Ci parli dell’attuale importanza di Palazzo Ducale a Sassuolo.
Sassuolo negli ultimi anni ha avuto una serie di grandi iniziative che hanno portato alla riapertura di numerose stanze fino a poco tempo fa chiuse. Di fondamentale importanza anche il trasferimento di innumerevoli opere dalla Galleria Estense a causa del sisma che hanno permesso l’ulteriore apertura di altre sale andando a creare un’esposizione museale tra le più grandi dell’Emilia Romagna. In più sono state fatte esperienze cruciali come il progetto “Panza”, che era un importante collezionista di monocromatici americani. Panza, insieme al sovrintendente dell’epoca ha inserito a Palazzo Ducale queste opere dimostrando che il contemporaneo può convivere con l’antico. Questo aspetto è basilare anche per i giovani affinchè possano trovare spazi antichi disponibili al rinnovamento senza essere alterati.


L'autore

Matteo Franzoni

Matteo nasce nel settembre del 1970. Sin dai primi anni di vita dimostra un forte interesse per l’arte e la comunicazione. 
Grazie a questa passione si iscrive alla scuola di grafica e arti visive di Bologna, dove sviluppa e affina le sue qualità artistiche. Diplomato nel 1992 si getta anima e corpo nel mondo della grafica, lavorando per varie aziende della provincia bolognese.
Nel 2000 si trasferisce a Fiorano e nel modenese conosce la differenza tra la grafica pubblicitaria e la grafica ceramica, data la specializzazione nel settore ceramico dell’intero distretto.
Negli anni a venire approfondisce la sua passione per la fotografia, facendola diventare parte integrante del suo mestiere. Spazia dai reportage di matrimonio alle foto di eventi e concerti.
Nell'ultimo anno amplia le sue competenze e grazie all'esperienza accumulata negli anni a livello comunicativo decide di intraprendere, unitamente a grafica e fotografia, anche la la professione di giornalista. Scrive e collabora con varie riviste on line come Omnibus e Giornalisti On Line.
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