A Modena Fiere nel week end del 2-3 aprile viene riproposto per l’ottava volta Play, il festival del gioco che anno dopo anno conquista sempre maggior successo. Si passa dalle settemila presenze della prima edizione a oltre trentamila ingressi del 2015. Play, dodicimila metri quadrati tutti dedicati al gioco, un vero e proprio divertimento per tutti.
Andrea Ligabue, direttore artistico di Play, racconta che il festival del gioco nasce dalle tradizioni delle antiche convention nazionali realizzate dal club TreEmme di Modena, che insieme all’ente Modena Fiere ha poi studiato e ideato questo festival intuendone le grandi potenzialità facendolo divenire il più importante evento del gioco dell’intero territorio nazionale.
A questa ottava edizione sono presenti espositori provenienti da tutta Italia e anche dall’estero per presentare non solo i giochi da tavolo ma anche gadget e costumi per i giochi di ruolo dal vivo.
Il visitatore si trova immediatamente immerso in un grande parco dei divertimenti, ad accoglierlo ci sono cosplay armati fino ai denti e personaggi dei fumetti in carne ed ossa con i loro caratteristici capelli rosa, verdi e fucsia.
Nonostante molti di loro possiedano armi e poteri magici micidiali nessuno si spaventa e anche i più piccini si divertono increduli di avere accanto a sè i loro supereroi.
All’interno della fiera si trovano 2000 tavoli da gioco dove i visitatori si possono accomodare sfidandosi ai più svariati giochi, da quelli più tradizionali come il Risiko a quelli forse sconosciuti ma ancora più intriganti delle case editrici indipendenti.
Sono presenti davvero un’infinità di tipologie di gioco, da quelli di una volta costruiti in legno ai giochi da tavolo, di ruolo e di miniature, ma anche giochi di strada, della tradizione e di movimento oltre ad una parte dedicata specificatamente al videogame.
Molteplici sono le novità nell’edizione 2016 rappresentate soprattutto dai giochi da tavolo e un intero padiglione dedicato ai giochi con tema storico. Tanti anche gli eventi e tra gli ospiti Jason Matthews, ideatore di Twilight Struggle.
Per affascinare lo spettatore sono state allestite arene con rievocazioni medioevali dove avvengono combattimenti con spade, ovviamente finte, perché il tutto deve rimanere in chiave assolutamente giocosa.
L’aspetto storico e formativo al Play è presente ed è sempre unito all’aspetto ludico. Scelta artistica il rifiuto di tutti i giochi d’azzardo, vengono accettati tutti i giochi educativi che esaltino lo stare insieme divertendosi, sviluppando il senso di gruppo, coesione e aiuto collettivo.
Play è una manifestazione alla quale possono partecipare tutti, bambini, famiglie e adulti, è un festival interattivo ma non è obbligatorio saper giocare dato che sono presenti molti volontari e professionisti disposti a insegnare le regole dei giochi presenti, dando indicazioni in diretta e accompagnando chi gioca nei vari passaggi delle sfide.
Si possono provare anche i giochi tridimensionali dove i tavoli da gioco sono veri propri scenari costruiti a regola d’arte di città del passato, presente o del futuro e miniature dipinte a mano che rappresentano uomini, draghi o extraterrestri.
Andare al Play è un modo di sentirsi attivi e divertirsi rimanendo giovani con la volontà e l’intento di allenare la mente.
Ci si immerge nella realtà dei giochi da tavolo e si può diventare mostri per lottare contro Godzilla, o peggio ancora essere dei virus con lo scopo di infettare l’intero pianeta, oppure medici che cercano di salvare vite, ma ci sono anche giochi come le biglie o il micro curling dove bisogna dosare abilità e forza. Si può essere supereroi o cappellai matti, con la fantasia ci si può catapultare nel passato nel bel mezzo del conflitto mondiale, oppure in un futuro post apocalittico, ma ci si diverte anche con le parole trasformandosi in un cantastorie inventando favole.
Giochi per ogni gusto e ogni età, perché il gioco rappresenta un importante simbolo di aggregazione, divertimento e continuo allenamento mentale per essere sempre giovani non solo con lo spirito.