Fisso da lontano il tuo cielo
e percepisco che il tuo volo,
non è più gioioso,
non sfila radente lame di luce
che di riflesso dalla terra risalgono al cielo.
È un volo lento,
quasi una spirale,
che gira perpetua
sulle tue domande,
sui tuoi perché disattesi,
sulle tue risposte in sospensione
che nel cielo non sono.
Ed io, inerme spettatore,
osservo dove si perdono
gli echi lontani delle tue grida d’amore,
gli slanci verticali della passione,
i gentili sfiorarsi delle ali contro l’azzurro.
E aspetterò,
quando ormai esausta,
troverai la forza di posarti,
condividendo,
con chi intorno a te volteggia,
la lenta e complessa
parabola della vita.