Fisso da lontano il tuo cielo e percepisco che il tuo volo, non è più gioioso, non sfila radente lame di luce che di riflesso dalla terra risalgono al cielo.

Scalza vestita di nuvole e dei tuoi occhi in bilico sul filo del tempo...

Quando chiudi gli occhi senti solo palpebre parlanti labbra e fiori

Lì, passavo. Su un sentiero scosceso di un bosco, tra le primule, felci e viole. Custodivo nel cuore un affetto riscaldato dai raggi del sole.

Scivola lento il tempo su pareti di sole, caldo, immobile, tagliente.

Credi che sia la fantasia... sbagli. Giuri di no, freni per me, quando scivoli via nell'utopia sogni l'aria.

Nella corsa alla vita io foglia staccata dal ramo, mi abbandono in questa nebbia strana.

La notte è scesa. Il campanile tace. Tacciono i monti attorno, la villa accanto, e il casolare.

Il mio cuore è qua, dove i ricordi fanno capolino ammiccando e sorridendo

Nella nudità di una fiaba solo le nostre ali di carne