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Diego Casale si racconta

Dalla comicità dei Mammuth all'impegno cinematografico

di Nadia Macrì - 16 settembre 2014
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Qualche anno fa mi trovavo a Bologna in un momento molto triste della mia vita, una brutta malattia aveva bussato nella mia famiglia, e senza fare le valigie ci siamo trasferiti. Però, prima di trovare una sistemazione adeguata, per diversi giorni alloggiai in un centralissimo albergo, condividendo la hall con un comico che ogni settimana vedevo in tv. Certo, non mi aspettavo che mi facesse lo spettacolo, ma in quei giorni avevo necessità di un sorriso che non arrivò mai. Magari non erano giorni ideali nemmeno per lui, ma l'esperienza fu così negativa che iniziai a non sopportare più i comici televisivi. Poi un giorno (un mese fa) "per caso" ascoltai una trasmissione radiofonica, c'erano ospiti i Mammuth... da quel giorno sto recuperando tutte le puntate di Zelig perse!
Dietro ad un comico secondo me o trovi un serioso antipatico oppure una persona speciale, non esistono le mezze misure! L'intervista a Diego Casale mi dà conferma, e mi fa esclamare: "è la mia volta"!

 


Zelig, è la mia volta?
Navigando in rete non è semplice trovarvi, come Mammuth non siete su twitter e non c'è nemmeno una pagina ufficiale su FB e il sito non è aggiornatissimo: è una casualità o una scelta precisa preferendo il live alla rete?
Noi siamo super tecnologici! Apriamo ombrelli senza bisogno di password e azioniamo gli antifurti delle nostre auto schiacciando un solo bottone del telecomando... e potrei continuare con le nostre abilità, ma preferisco usare il tempo per stare sul palco! Il nostro sito è utile per il materiale scaricabile e perché ci racconta un po' e Facebook è un modo per stare in contatto con chi ci segue, ma in modo molto userfriendly!

 

Si legge però: "I Mammuth sono sempre disponibili e valutare la partecipazione per interventi speciali". Avevamo intuito della vostra generosità, durante il Talent Da che arte stai?, ma allora è proprio vero che siete speciali?
Non credo che i Mammuth siano speciali per tutti, lo sono sicuramente per noi! È un viaggio che io e Fabio condividiamo dal 1995, che ci ha portati a vivere mille emozioni diverse e a cui siamo e saremo sempre grati. W i Mammuth!!!

 

Teatro, cinema e televisione, e anche cabaret: il lavoro dell'attore ha un grande fascino perché sempre nuovo. Ma interpretare un nuovo personaggio vuol dire anche ripartire spesso da zero, è così?
Un nuovo personaggio è ripartire da zero, in realtà ogni nuovo progetto ti permette di ripartire reinventandoti ed è molto positivo. Ripartire forti dell'esperienza accumulata per scoprire più cose su di te e su questo mestiere/passione/gioco che ci fa sentire vivi e un po' nuovi ogni giorno!

 

In tv ti abbiamo visto in fiction di grande successo come Chiara e Francesco, sia su palchi totalmente diversi come quello di Zelig, ma quanto sono diverse le emozioni per un attore dietro una macchina da presa rispetto al lavoro fatto davanti ad un pubblico esigente?
Le emozioni che si provano in live e su palco sono davvero uniche, ma non così distanti da quelle che si provano davanti ad una telecamera. La responsabilità che senti quando giri un film o in una trasmissione televisiva è quella di dover trasferire emozioni ad un pubblico che non vedi ma sai che ti vede e che è lì ad un passo da te. Un pubblico che devi conquistare ancor di più di quello che vedi in teatro dove, per fortuna, non esiste il telecomando!

 

E c'è però comunque differenza del pubblico, arrivare a generazioni diverse e comunque a target diversi, presentandosi in maniera diversa è certamente fonte di ricchezza esperienziale, ma è anche rischioso per dei personaggi come i Mammuth?
Non credo che esistano rischi provenienti dalla tipologia di pubblico o dalla varietà delle nostre proposte, il vero rischio ogni volta è fare bene o non fare bene, convincere o deludere, emozionare od annoiare, ma questo rischio è parte del quotidiano dell'attore e anche il motore delle sfide che decidiamo di affrontare!

 

Ma nella vita quotidiana, quando ti è capitato l'ultima volta di pensare "è la mia volta?"
Quando ho preso in braccio per la prima volta il mio cucciolo, era un batuffolo di peli con due occhioni grandi che mi dicevano: "è la tua volta! Ora ti occuperai di me e la tua vita cambierà!" E aveva ragione, è cambiata… in meglio e ora che quel cucciolo è 34 kg di pura bontà e dolcezza, continuo a vedere quello sguardo ed esser felice che sia stata la mia volta!

 


Diego Casale nei panni di Lucifero
Ultimamente anche una partecipazione al film Il mistero di Dante... per me rimane un mistero, ci ho capito poco, tu?
Nel mistero di Dante ho interpretato Lucifero!!! Meglio di così! Da clown a diavolo, ecco la magia del nostro mestiere! È un docufilm da guardare e riguardare più volte per coglierne il senso ed il messaggio...l'amore per l'arte, il sapere, la voglia di scavare nel nostro io, il morire e rinascere più volte nella stessa vita... beh ci vorrebbero una decina di interviste per parlarne approfonditamente!

 


locandina di Lirica in jeans
Un'estate piena di date, e il 21 settembre al Teatro San Donato di Torino, sarete anche presentatori speciali di Lirica in Jeans, il concerto lirico con il M° Dante Muro a sostegno dell'AIL. Lirica e comicità insieme è una scelta coraggiosa!
Sì, il nostro esser lì potrebbe aiutare il pensiero che la musica è musica... tutta e per tutti! La musica è uno stato d’animo che rispecchia e specchia la nostra anima e se è una risata a precederla per una volta... Predisporremo il pubblico ad un ascolto sereno senza paludati orpelli, per quanto affascinanti, con un pizzico di ironia e semplicità!

 

Io intervisto generalmente cantanti e concludo le mie interviste con sempre la stessa domanda semi-seria: qual è la nota musicale preferita e perché... posso fare questa domanda anche ad un attore?
Certo che si! Si! Si... può fare, si... comincia! Si... ricomincia! Si si fa! Dove? La si fa! E il LA è il palco che è universale!


L'autore

Nadia Macrì

Nadia Macrì, è nata nel 1977 a Zurigo, ma ha vissuto anche in altre città italiane, isole comprese.
Non è chiaro se per vocazione o per bisogno, alterna pittura, radio, canto, web e scrittura all'arte della medicina. Segue con particolare interesse gli artisti emergenti e ama tutto ciò che è alternativo.
Ha all'attivo diverse collaborazioni con emittenti radiofoniche, case discografiche e portali musicali. Collabora con diverse associazioni locali e nazionali per la realizzazione di eventi musicali, ma ama soprattutto comunicare con gli artisti attraverso le sue interviste che conclude sempre con la stessa domanda semi-seria: qual è la nota musicale preferita. Quasi a voler costruire una melodia aggiungendo una nota per volta.
Di se stessa dice: "Ci sono quelli che sanno tenere i piedi per terra. E chi ha sempre la testa fra le nuvole. Nadia è a metà. Tra terra e cielo”.
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