Fratelli d’Arte ha avuto piacere di intervistare Alessandro Presti, il bassista dei Dear Jack, la band divenuta famosa dopo la partecipazione al talent show “Amici di Maria De Filippi” del 2013, dal 3 luglio sui palchi con Domani è un altro film (seconda parte) - il tour.
Queste le prossime date: il 19 agosto a Torre del Lago (LU), il 23 agosto a Cittanova (RC), il 25 agosto a Taormina, il 29 agosto a Lignano (UD) e il 31 agosto a Verona.
Ciao Alessandro, innanzitutto vorrei ringraziarti per aver accettato di parlarmi un po’ di te.
Cosa mi dici del rapporto tra Alessandro Presti e la musica?
Ciao Loredana, grazie a te! È un piacere poter fare due belle chiacchiere musicali. Il mio è un rapporto di convivenza molto bello con la musica, soprattutto perché in continua evoluzione. Ogni volta che penso di aver scoperto ed imparato una cosa nuova, ne arriva subito un'altra ancora più innovativa e questo mi stimola sempre ad avere fame di conoscenza e curiosità, spingendomi a diventare innovativo io stesso ed unico.
Cosa ti ha spinto a scegliere il basso come strumento?
Diciamo che non c'è un motivo vero e proprio, anche se ricordo che cominciai ad approcciarmi al basso quando rimasi affascinato e colpito dal famosissimo bassista dei Red Hot Chili Peppers, Flea, noto anche per la sua "follia" nei Live. Era quello che saltava a destra e sinistra e si dimenava più di tutti. Ha una energia assoluta quando suona ed ho sempre adorato le sue linee di basso ed i suoi groove, che riescono sempre ad uscire dal mix generale dei loro brani senza però dare fastidio, quello che dovrebbe riuscire a fare sempre un bassista.
In questo ultimo anno hai suonato in palchi importati tra cui Sanremo e presto sarai all’Arena di Verona, c’è un luogo o un evento particolare, dove non sei ancora stato in Italia o all’esterno, in cui ti piacerebbe esibirti e perché?
Credo che prima di dire "vorrei suonare li" o "vorrei fare questa cosa" devo realizzare per bene tutto quello fatto fino ad ora. Già molti obbiettivi che avevo nella musica sono stati raggiunti, ma il sogno più grande per me è riuscire a rendere il nostro percorso, quello dei Dear Jack, stabile e duraturo nel tempo.
Siete un gruppo in ascesa con migliaia di giovani fan che urlano i vostri nomi durante i concerti e fanno ore di fila solo per potersi avvicinare a voi. Che effetto ti fa tutto questo? Hai avuto difficoltà ad adattarti a questa situazione?
É una sensazione bellissima ed allo stesso tempo strana, perché all'inizio non ci sei abituato a tutta questa "popolarità" e quasi ti chiedi se sia tutta vera e che sta realmente capitando a te. Poi arriva un momento dove realizzi il tutto e diventi consapevole del ruolo e quindi delle responsabilità che hai e da lì riesci a godertela tutta e a coltivarle.
Che genere di musica ti piace ascoltare e quali sono gli artisti che apprezzi maggiormente?
In ambito musicale prediligo ovviamente il pop/rock, ma sono abituato ad ascoltare e studiare tutti i generi musicali, dal jazz al blues, dal progressive alla fusion, dal rock al funk, dal latin al reggae.
E solo per farti un bel po' di nomi, ascolto: Toto, Muse, Red Hot a Chili Peppers, Queen, The Police, Sting, Van Halen, Foo Fighters, Peter Gabriel, Jeff Buckley, The Beatles, Michael Jackson, Jamiroquai, Iron Maiden, Pink Floyd, Genesis, King Crimson, Jethro Tull, Weather Report, Marcus Miller, Level 42, Miles Davis, Chet Baker, etc.
Ed ovviamente anche molta musica italiana, da Battiato a Finardi, dai Subsonica ai Negrita, da Elisa a Pino Daniele.
Ci sono anche generi che non apprezzi?
Rifacendomi alla risposta di prima: no! (sorride ndr.)
Hai avuto la fortuna di intraprendere il mestiere che hai sempre sognato, quali sono i traguardi che vorresti raggiungere? Hai dei sogni nel cassetto?
Come ti ho raccontato anche prima, il mio sogno più grande è quello di rendere duraturo nel tempo tutto quello che sto vivendo ora, ma in esso è compresa anche la cosa più bella che possa desiderare, ovvero il poter rendere fiere di me tutte le persone che da sempre hanno creduto nel mio sogno, cercando di sostenerlo e farlo crescere sempre, a partire dai miei genitori, mio fratello, fino ai miei più stretti amici, compresi anche tutti i nostri fan. Credo che cosa più bella di questa non ci sia.
Oltre all’arte musicale, so che ti dedichi anche a quella fotografica, cosa ti attira nella fotografia e quali sono i soggetti che preferisci ritrarre?
La fotografia è una realtà che mi ha sempre affascinato e che vorrei riuscire a coltivare seguendo dei corsi per potermi perfezionare. Mi ha sempre colpito la possibilità di poter catturare momenti ed attimi importanti della vita mia, o di altri, che mi lasciano un segno e poterli fotografare per me significa renderli "immortali" e condivisibili.
Quando invece il "momento" rappresenta un periodo magari più lungo, mi piace fare foto per creare dei mini "diari fotografici", come un po' sto facendo con il nostro Tour, creando un album, che è visibile sul nostro sito, dove ritraggo il tutto a partire dalla preparazione in sala prove fino ai concerti stessi, così da poter dare all'osservatore il mio punto di vista e farlo sentire a tempo stesso parte dei Dear Jack.
Oltre alla fotografia, cosa ti piace fare nel tempo libero?
Non a caso mi piace moltissimo vedere film (e telefilm). Riescono a regalare quell'ora e mezzo di libertà da tutto dove riesco ad entrare nella storia raccontata e sentirmene parte, un po' come quando metti le cuffie e ti ascolti un bel disco.
Per finire vorrei sapere se c’è una canzone o più semplicemente un genere musicale che ti rappresenta, che potresti usare come una sorta di “biglietto da visita” per far capire a chi non ti conosce chi è Alessandro Presti e perché?
Questa è una domanda veramente difficile, perché spesso non basta una canzone per descrivere una persona. Magari un brano può ricordarti un particolare di una persona o un momento vissuto con essa, ma fare un quadro completo non è facile.
Detto questo però, voglio accontentarti lo stesso, ed a freddo ti dico Ho Imparato A Sognare dei Negrita.