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Ermal Meta, le campane, le canzoni e i miracoli

"Meglio avere un ottimo inizio che una pessima fine"

di Nadia Macrì - 4 ottobre 2016
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Incontriamo Ermal Meta nell'ultima tappa del suo fortunato e prezioso tour estivo. Lo incontriamo dopo qualche mese dal Festival di Sanremo dove ha sfatato la teoria che vuole gli autori di successo lontani dal microfono. Lui con una voce impreziosita da un’elegante e a tratti esotica leggerezza, ci ha preparati all’ascolto delle sue canzoni attraverso le voci di Marco Mengoni (Io ti aspetto, Pronto a correre, ecc.), Francesco Renga (Era una vita che ti stavo aspettando, Il bene), Emma Marrone (Occhi profondi, Arriverà l’amore), Annalisa (Non so ballare, La prima volta, ecc), Chiara Galiazzo (Straordinario, Vieni con me, Il meglio che puoi dare, ecc), Patty Pravo con cui duetta in Non mi interessa, Clementino (Sotto le stelle), Francesco Sarcina (Femmina, Un miracolo, ecc) al cui disco ha lavorato anche in qualità di produttore & arrangiatore, Lorenzo Fragola (La nostra vita è oggi, Resta dove sei), ha firmato le musiche della hit di Fedez 21 Grammi e ha scritto anche per Giusy Ferreri, Francesca Michielin, Sergio Sylvestre, Alice Paba, Elodie ed altri ancora.
Tanta roba e fra tante canzoni un suo primo cd da solista. Un album che entra nella testa e nel cuore già dal primo ascolto, un album che racconta l'amore, la vita, la morte, il cielo, i padri. Un album che parla agli innamorati, un album che è una dolcissima dichiarazione d'amore alla musica.


Ci siamo lasciati a Sanremo, che cosa è cambiato da allora?
In questi mesi sono successe un sacco di cose, tanti concerti ed il tour continuerà fino a dicembre e tanti fan che si sono aggiunti alla grande famiglia.

Evviva i Lupi! A Sanremo hai gareggiato fra le nuove proposte, e lì ci hai detto che l’importante è esserci, ma quest’estate ti abbiamo visto ancora fra i giovani al Coca Cola Summer Festival: fino a quando sarai giovane?
Spero per sempre, io sono come Dorian Gray, o meglio come il suo ritratto probabilmente.

Ma qual è il motivo, non è sicuramente anagrafico…
Io non lo reputo un problema, vuol dire che la gente non si rassegna che anch’io stia diventando più grande, quindi va bene essere giovane. Meglio avere un ottimo inizio che una pessima fine.

E tu proprio quest’anno stai scrivendo per diversi giovani che con le tue canzoni forse iniziano una carriera, Elodie, Alice Paba Sergio Sylvestre. Senti una responsabilità?
No, io faccio il mio lavoro, scrivo delle canzoni e a chi piace, le canta. Non ho nessunissima responsabilità, le carriere sono fatte di un sacco di cose, non solo di canzoni e non mi sento responsabile per niente.

Nel tuo cd, il primo da solista, hai inserito A parte te, una canzone che prima avevi dato ad altri (Moreno feat. Fiorella Mannoia) e l’hai fatta tua, come mai questa scelta?
Il motivo è che quella canzone, per quanto mi piacesse quella versione, non era completa, perché la versione originale è questa mia e siccome la volevo sentire intera mi son detto: “me la canto e la metto nel disco”.

E c’è invece una tua canzone che cantano gli altri, ma senti particolarmente tua?
Tutte e nessuna. Nel senso che sono canzoni che ho scritto io, quindi inevitabilmente  le sento mie, poi le canzoni sono come i figli, hanno una vita propria, quindi camminano con le loro gambe.

Nel mondo dei cantautori e degli autori, è inutile negarlo tu sei molto bravo: che rapporto c’è con i tuoi colleghi, soprattutto gli autori veterani, ai quali forse stai prendendo un po’ il posto di “grande autore” che è stato loro per tanto?
Non si prende mai il posto di qualcuno o comunque prendere il posto di qualcuno non è bello. Ognuno fa il proprio percorso e in base al percorso accadono anche delle cose. Io non credo che stia prendendo il posto di nessuno, ho il mio posto. Se prendessi il posto di qualcuno quello sarebbe un problema; io ho il mio, ho la mia identità e credo che sia la cosa migliore trovare il proprio posto.

E a proposito di posti, in Pezzi di Paradiso parli del paradiso quaggiù. Ma tu credi in Dio?
Sì, in una qualche forma sì ci credo.

E qual è il tuo paradiso?
Il mio paradiso è la musica.


Suonano le campane, ripetutamente, siamo nel piazzale antistante una chiesa. Da lì a poco ci sarà la messa e quindi c’è il richiamo delle campane. E’ la chiesa di San Girolamo le cui porte sono rimaste aperte per l’intero concerto, organizzato proprio in occasione dei festeggiamenti del santo patrono di Cittanova, in Calabria.

Ora, se quella mie due domande finali sono state ispirate dal suono delle campane o da altro non lo so nemmeno io, ma quella sera è successa una cosa che lo stesso Ermal sulla sua pagina FB racconta così:

"Ieri a Cittanova è saltata la corrente sul palco. Non poteva finire così... di fronte a me c'era una chiesa aperta così ho invitato tutta la piazza a "pregare" con me, tra le navate.
Quando siamo usciti la luce era tornata… forse è stato un miracolo. 

O forse il miracolo è la musica.
#Hallelujah".


Momenti di rara intensità. Che lasciano un segno non solo fra le navate.
Musica in entrata per una Chiesa in uscita.

Volevo dirti... grazie Ermal! E sempre viva i Lupi!


Hallelujah - Ermal Meta (UmanoInTour, Cittanova)
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L'autore

Nadia Macrì

Nadia Macrì, è nata nel 1977 a Zurigo, ma ha vissuto anche in altre città italiane, isole comprese.
Non è chiaro se per vocazione o per bisogno, alterna pittura, radio, canto, web e scrittura all'arte della medicina. Segue con particolare interesse gli artisti emergenti e ama tutto ciò che è alternativo.
Ha all'attivo diverse collaborazioni con emittenti radiofoniche, case discografiche e portali musicali. Collabora con diverse associazioni locali e nazionali per la realizzazione di eventi musicali, ma ama soprattutto comunicare con gli artisti attraverso le sue interviste che conclude sempre con la stessa domanda semi-seria: qual è la nota musicale preferita. Quasi a voler costruire una melodia aggiungendo una nota per volta.
Di se stessa dice: "Ci sono quelli che sanno tenere i piedi per terra. E chi ha sempre la testa fra le nuvole. Nadia è a metà. Tra terra e cielo”.
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