AscoltanDoSi si tinge di rosa.
Il secondo appuntamento dedicato alla scoperta di nuovi volti e nuove voci della musica italiana, vede protagoniste due talentuose musiciste: Federica di Marcello in arte Marlò ed Elena Sanchi.
Due storie in musica a confronto che partono dalla scrittura come chiave di volta per esprimere un mondo sensibile che viaggia sulle note della delicatezza e della poesia senza mai tralasciare una sana grinta e tenacia comune ad entrambe.
Cantautrici con il “pianoforte sulle spalle”, entrambe svezzate musicalmente a pane e piano, si presentano con brani originali e di forte impatto. La natura della loro musica è ben precisa e definibile anche grazie a voci molto caratteristiche che collimano e identificano pienamente il loro stile di musiciste e autrici sensibili e raffinate.
Un assaggio di note...
Elena Sanchi con Cuore Migrante ci regala un racconto in musica che parte dalla metafora del viaggio partendo dal Viaggio mitologico per eccellenza: Itaca, con il suo bagaglio di attese, scoperte, crescita e desiderio. Partenze e ritorni, paure e speranze per chi interpreta il viaggio come catarsi e ricerca non priva di difficoltà e dolore.
Marlò, con il brano Tu che canti piano finalista nel 2014 di Area Sanremo, impressiona con musica e parole il momento esatto di un incontro d’amore che la stessa ha immaginato e mai vissuto. Una canzone che “si vede” grazie all’accostamento sapiente di immagini e situazioni che seguono coerenti l’incedere delle parole.
Di allori e non solo...
Elena Sanchi nel 2013 vince il Premio della Critica Alex Baroni al Festival Dell’Adriatico con il brano I luoghi dell’anima e con Cuore Migrante che è il suo primo progetto artistico ha vinto il Premio Web Social - Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty.
Marlò è tra le protagonista di “Una serata con Lucio” in memoria di Lucio Dalla, spettacolo tenutosi al Teatro Barrio’s con la partecipazione del Maestro Renato Sellani, è una delle finaliste di Area Sanremo del 2014, finalista al Premio per cantautrici Bianca D'Aponte, finalista a Musicultura 2014 e ad agosto sarà tra i finalisti del Premio Botteghe d'Autore.
Elena Sanchi è laureata in giurisprudenza ed ama definirsi “AvvocaNtessa”.
Marlò è un insegnante di Canto Junior dell'Accademia di Musica piccoli Mozart di Milano.
Non resta che leggere e conoscere meglio queste due giovani cantautrici.
Ne leggeremo delle belle!
Le cinque domande di Marlò ad Elena:
Ciao Elena! La prima cosa che voglio dire per iniziare questa intervista è che è stato un piace ascoltarti e scoprirti!! Detto ciò, Cuore Migrante è il brano che più mi ha colpita. Mi ha ricordato in alcuni passaggi musicali una romanza Francese e subito dopo l'ho immaginata colonna sonora di un film. Mi chiedevo se ti piacerebbe, qualora ce ne fosse la possibilità, che Cuore Migrante diventasse colonna sonora di un film o ispirasse un cortometraggio.
Ciao Marlò anche per me è stato un piacere incontrarti e scoprire diverse affinità e sensibilità! È vero, credo che Cuore migrante sia un brano capace di evocare in maniera forte e intensa immagini che ispirano luoghi lontani quasi perduti. Ogni volta che lo ascolto mi sembra di vedere un film, respiro la polvere della strada rossa che si riflette in quell’ultimo bacio... Ho scritto questo brano in Madagascar, in una piccola isola chiamata Nosy Be, racconta dei sentimenti provati sulla strada del ritorno, della nostalgia che si prova tornando a casa, il luogo dei nostri affetti più cari. La nostalgia nasce dalla consapevolezza dell’impossibilità di un vero ritorno, lo sa bene chi è stato costretto a partire, perché in un modo o nell’altro non si ritorna mai a quello che si era prima del viaggio. Non ti nascondo che mi piacerebbe molto se un bravo regista la utilizzasse come colonna sonora magari di un film dedicato alle vite dei tanti migranti costretti a lasciare la propria terra sognando un futuro migliore per sé e per la propria famiglia!
Amami è un pezzo pieno di immagini evocative, mi è piaciuto molto anche questo! "Come due zingari rubiamo baci al tempo che scorre adagio sbiadisce e sa di malinconica poesia e verità" questa è l'immagine che più mi è rimasta impressa e come per Cuore Migrante mi piacerebbe che questi brani avessero a disposizione più immagini possibili o luoghi caratteristici come "sfondo". Qual è il posto (teatro, pub, parco, locanda, grotta, baita di montagna...) per eccellenza dove secondo te questo brano "suonerebbe" meglio?
Ho scelto di girare il video di Amami in parte a teatro e in parte in un caffè letterario. All’inizio del video c’è una ripresa fatta in stazione come introduzione al viaggio, tematica portante di tutto il disco. Amami racconta della guarigione dell’anima attraverso il dolore della perdita. Volevo utilizzare dei “luoghi non luoghi” che fossero una cornice alla borsa, il luogo simbolo del cammino intrapreso verso se stessi, verso la nostra poesia, essenza e verità.
Ascoltandoti cantare la cosa che più mi ha colpita è il modo che hai di usare le vocali. Mi verrebbe da dire che hai una dizione personalissima che ti caratterizza e da un suono molto personale alle cose che canti. E' una cosa naturale di cui magari non ti accorgi o è frutto di una ricerca vera e propria che hai fatto sulla tua voce?
Credo sia una cosa naturale perché non seguo qualcosa di artificioso ma solo il mio corpo e l’istinto. Alla base c’è però un grande studio, una profonda ricerca interiore, un percorso emotivo intenso e personale che sicuramente ha influenzato anche il mio modo di comunicare e quindi di cantare.
Spulciando nei vari credits dei tuoi video ho letto che le musiche dei tuoi brani sono scritte con alcuni dei tuoi musicisti. Quanto è importante questa collaborazione?
Mettersi a servizio della musica per me è un po’ come un invito all’incontro, significa spogliarsi della propria individualità e mettersi in relazione con l’altro per assolvere ad un urgenza artistica e creativa autentica; quando poi questo bisogno è condiviso allora diventa tutto ancora più forte e sincero.
L'ultima domanda che ti faccio è questa: Cosa vorresti che ti venisse chiesto sulle cose che scrivi? Cosa vorresti poter dire sulla tua musica che magari non hai avuto ancora modo di dire? Ecco ti saluto così e non posso che essere felice di aver scoperto che c'è una cantautrice in più da stimare nel panorama musicale italiano.
Quello che in questi giorni mi sto chiedendo è se in Italia c’è realmente spazio per un progetto come Cuore migrante! Viste le poche alternative che questo Paese offre, posso solo pensare e dire che lo spazio dobbiamo crearlo dentro di noi per poter fare in modo di vivere di ciò che più amiamo poi tutto il resto probabilmente arriva da solo se il nostro fare è davvero sentito ed autentico.
Le cinque domande di Elena a Marlò.
Ciao Marlò, piacere di conoscerti! Prima di tutto mi piacerebbe sapere come ti sei avvicinata alla musica e al canto e che cosa significano per te.
Ciao Elena! Piacere mio! Il mio approccio alla musica è stato semplice e quasi del tutto naturale. Ho sempre amato cantare e a 10 anni avrei voluto iniziare subito a fare lezione, ma mi consigliarono di aspettare ancora qualche anno e così iniziai a studiare pianoforte. Qualche anno dopo iniziai a studiare canto e non ho più smesso! La musica, il canto e la scrittura sono le cose che più mi appagano, che mi soddisfano... e quindi contribuiscono alla mia felicità.
Quale tipo di musica preferisci ascoltare e quali sono le tue influenze musicali?
Mi piace la musica bella. La musica bella mi piace tutta.Amo il cantautorato, la musica irlandese e la musica country!
Le mie influenze musicali risiedono tutte nelle atmosfere degli artisti che stimo. Se dovessi dire qualcosa direi che più che un'artista di riferimento ho delle "Atmosfere" di riferimento! Partendo da Sarah Mc Lachlan a Paolo Nutini passando per Niccolò Fabi ed arrivano a Damien Rice!
Ho letto che nel 2014 hai partecipato a diversi Premi musicali importanti, come Musicultura, Premio Lunezia, Premio Bianca D'Aponte, qualificandoti sempre tra i migliori artisti. Che esperienze sono state per te e che cosa ti hanno lasciato?
Quella dei concorsi è un'esperienza che consiglio a chiunque scriva cose proprie. In quei contesti ho avuto la percezione netta e realistica di quale fosse il valore reale delle mie canzoni, ho capito cosa potevo migliorare e cosa invece andava bene. Ho conosciuto artisti eccezionali ed ho sentito della musica bellissima! I concorsi sono un meraviglioso "mezzo" per ascoltare e farsi ascoltare.
I concorsi che hai citato nella tua domanda sono tra i più belli che ho fatto e sono legata ad ognuno di loro in modo diverso ed ognuno mi ha lasciato un ricordo in più, una persona nuova in più. E' stato un anno meraviglioso per me.
Sempre nel 2014 sei stata selezionata tra i 40 finalisti di Area Sanremo con il brano Tu che canti piano. Com’è nato questo brano?
Tu che canti piano inizialmente non era una canzone! Nasce come una lettera, è una sorta di: "Tutto quello che avrei voluto dirti".
E' un brano a cui sono molto legata e che sento molto e che dal vivo faccio sempre fatica a cantare perchè mi emoziona moltissimo.
Ho avuto la fortuna di conoscere una persona che mi ha cambiata profondamente o che forse semplicemente ha fatto si che io mi conoscessi meglio. Gli ho lasciato la cosa che mi appartiene di più: una canzone.
Cosa vuoi raccontare e comunicare attraverso la tua musica? C'è una tematica in particolare che ritorna nei tuoi brani?
Non mi sono mai posta l'obiettivo di comunicare necessariamente chissà cosa con la mia musica, ma mi sono sempre imposta di fare della musica sincera. Vorrei che chi mi ascolta potesse percepirmi onesta ed emotivamente "nuda". Per adesso nei miei brani ricorre ciò che mi accade, le cose che vivo e come le percepisco. Scrivere per me è un mezzo per dare un senso a ciò che mi succede, un modo per fermare le cose belle e "capitalizzare" quelle che in qualche modo mi fanno soffrire. Spero di incontrarti presto e di ascoltarti live in qualche posto meraviglioso! A presto, Marlò.