Per questo terzo appuntamento abbiamo macinato un po’ di chilometri unendo le città di Torino e Bari in un unico Bit.
Vi presentiamo due artisti della scena pop “emergente” che fanno di questo genere la loro seconda pelle: Bianca – Emma Fuggetta e Molla – Luca Giura.
Capaci entrambi di rinnovarsi e cambiare pelle ora interpretando i loro brani in modo più spensierato ora più intimo, Bianca e Molla sono due veri animali da palcoscenico e sono in grado di riempire con carisma e talento ogni luogo che li accoglie e li vede protagonisti.
Non potrebbe non essere così dato che entrambi hanno in anni e modalità diverse, calcato il palcoscenico italiano più ambito e prestigioso, quello di Sanremo e come avrete il piacere di leggere, si racconteranno per #AscoltanDoSi mettendo in comune anche le loro esperienze sanremesi.
Energia, istinto e creatività per l’energico Molla e graffio, cuore e passione per la voce “nera” di Bianca.
Nei contrasti troviamo sempre bellezza e curiosità ed è per questo motivo che abbiamo scelto di Ascoltare Bianca e Molla abbinandoli in questa strada di note e parole perché le nostre orecchie hanno trovato molte affinità e punti di incontro.
Non ci resta che leggere e AscoltarLi!
#Ascoltando Bianca che intervista Molla
Ricordando che il tuo Sanremo è stato quello del 2006 con gli Ameba4, che differenza c'è di approccio con il pubblico da solista rispetto a membro di una band?
La differenza è enorme per quanto mi riguarda. Meno perdite di tempo, meno litigi stupidi, meno sbattimenti per andare in giro a suonare! Sicuramente da solista ho molte, per non dire tutte, le responsabilità ma va bene così. Mi piacciono le rogne e adoro gli applausi a fine concerto! Adesso da due anni circa, mi avvalgo della presenza sul palco di due musicisti: Nico Giannotti detto Steel alle chitarre e Mau Indolfi alla batteria e con loro c’è un bellissimo rapporto che si basa su accordi, fill (accompagnamento), live e viaggi in macchina, ma tutte le altre scelte e responsabilità per il progetto MOLLA sono mie.
Per la seconda domanda, ti rigiro quella che a me fanno con più frequenza: come mai la scelta di Molla come nome d'arte?
Mi piace che sul palco ci sia un personaggio che mi assomigli nella vita vera ma che non abbia nessun problema: che sia pazzo, che parli con la gente senza filtri e che suoni tutto. Per questo ho scelto il nome MOLLA. È la parte più infantile, più pazza e più artistica di me! È un nome che mi diede tanti anni fa il mio capo animatore Valtur perché saltavo da un attività all'altra e questa "qualità" l'ho riportata nella mia musica e sul palco e quindi… MOLLA!
Tu sei un polistrumentista, ma che rapporto hai con i singoli strumenti, c'è quello che senti più tuo?
Mi piacciono tutti davvero, non saprei scegliere ma quello con cui ho iniziato è la batteria e sarà quello con cui morirò! È difficile da spiegare cosa provo quando prendo le bacchette e inizio a percuotere qualsiasi cosa. Ci sono dei video su YouTube dove suono tavoli, bottiglie, stufe a gas, lampadari! Amo proprio il ritmo e non ci posso fare niente! Dal vivo canto e suono il basso che come la batteria, è uno strumento ritmico. Quindi come vedi, ritorno sempre lì.
Fra i tuoi brani ritroviamo Via Brioschi 62, Barbie 83... quanto sono importanti i numeri per te?
Guarda Bianca credimi è una cosa del tutto casuale. Ci ho pensato anche io dopo aver letto i titoli uno di seguito all'altro ma non c'è un motivo vero e proprio!
E prima di un concerto Prendi fiato?
Si, prima di un concerto prendo fiato sempre, penso a cosa devo dire, ai brani da cantare, se il cappellino è messo bene ma non appena mi avvicino al microfono e prendo il basso mi dimentico tutto, prendo fiato, il tempo rallenta e penso: "e non ci resta che aspettare e vedere come va a finire".
#Ascoltando Molla che intervista Bianca
Ciao Bianca, piacere di conoscerti. Prima di tutto complimenti per il tuo bel percorso musicale così breve ma intenso, fatto di sorrisi e belle esperienze. Parlando di esperienze visto che ci accomuna la partecipazione al Festival di Sanremo, quali sono le tre cose che ti sono piaciute di più di quando sei arrivata nella città dei fiori e di quando sei dovuta andare via?
Il mio arrivo nella città dei fiori è stato un po' come quello di Alice nel Paese delle Meraviglie. Impossibile fare una scelta, tutto mi ha elettrizzato e affascinato. Dalle luci, ai flash, alle persone, alle postazioni radio collocate nei posti più improbabili. Per non parlare del dietro le quinte dell'Ariston...storia in ogni angolo. Alla partenza sono state lacrime amare. La sera prima di lasciare Sanremo, una volta conclusa l'ultima esibizione, ho appeso il mio vestito nell'armadio, ho chiuso le ante e ho sentito proprio "la fine" di un qualcosa. Sapevo bene che dal giorno dopo la mia vita sarebbe un po' cambiata, ma è stato comunque un momento di forte malinconia.
Vedo che come me utilizzi tantissimo la rete e i social e pubblichi numerosi post! Quanto stai attenta a utilizzare questo mezzo potentissimo? Pensi e modifichi i post prima di pubblicarli o vai molto d'istinto e di cuore?
Una volta ero più attenta, forse troppo "inibita" sotto questo punto di vista. Adesso seguo decisamente più l'istinto anche se certe volte dimentico che la mia visibilità sui social è maggiore da un paio d'anni a questa parte e commetto piccoli errori e cadute di stile che non posso più permettermi. Sono la disperazione della mia produzione!
Sei giovanissima e molto bella a differenza mia! Spesso dicono che le donne siano più avvantaggiate per diversi motivi, io invece trovo che il vostro percorso sia più duro e faticoso rispetto a quello degli uomini e convincere tutti risultando credibili agli occhi dei discografici è molto più difficile! Cosa ne pensi?
Ti ringrazio! Non ho ancora avuto modo di sperimentare il "quanto sia difficile" in questo mondo quando si è donna perché, come dicevi tu, il mio è stato un percorso lampo. Ho provato Area Sanremo come primissima esperienza e sono finita sul palco dell'Ariston nel giro di pochi mesi. Ricordo però, di essere uscita da qualche intervista in lacrime e incontro spesso addetti ai lavori che sembrano interessati al mio percorso artistico decisamente meno rispetto ai miei occhi azzurri (per essere elegante...)
Canti sia in inglese che in italiano. Quando canti durante i concerti, noti una differenza tra il pubblico quando canti in italiano o in inglese?
Assolutamente sì. La mia vocalità e il mio approccio ai pezzi è decisamente poco italiano e, di conseguenza, quando interpreto brani in inglese (specialmente se parliamo di musica nera!) noto che anche il pubblico sente la differenza. Chiaramente, essendo italiana e vivendo qui, sto cercando di raggiungere una maturità anche nell'interpretare i pezzi in italiano. E' molto difficile.
Io ho un problema con le aspettative della vita; le mie di solito sono molto alte e rimango deluso poi da quello che succede se le cose non vanno come sperato! E tu come ti approcci alle "aspettative"? Ci pensi mai? E in bocca al lupo per tutto il tuo meraviglioso cammino, Molla.
Mi sorprendi in un periodo di transizione sotto questo punto di vista. Sto imparando anch'io a gestire la mia relazione con le aspettative. Nella musica, in amore, nella vita in generale... Fortunatamente, ho i piedi piantati in terra molto saldamente, da sempre, e spesso l'effetto collaterale è quello di risultare un po' pessimista. Per adesso sono nella fase della "forzatura" in cui mi ripeto come un mantra di prendere le cose come vengono perché in certi frangenti proprio non dipende da noi soffocando un po' il desiderio di aspettarmi sempre il massimo. Dare il massimo si, aspettarsi sempre il massimo no. Purtroppo non è sempre così. Magari col tempo e crescendo diventerò più brava in questo...!