Enrico Maria Origgi è un giovane rapper milanese, classe 95, in arte BuddhaRico. Partecipa a molti contest di freestyle e contest di tracce, uscendone vincitore in molte serate. Si esibisce in diversi live aprendo inoltre numerosi concerti importanti come quelli dei Lord Madness, Paskaman, Jamil, Enzo Dong e Lortex.
Nel 2015 arriva la collaborazione con LowKidd (Producer di casa Machete) che ha curato la direzione artistica del progetto discografico diventato l’Ep dal titolo Il Piacere, missato e masterizzato negli studi Machete sempre da LowKidd.
Il singolo in rotazione radiofonica in questi giorni si intitola R.I.C.O., prodotto da R'Beatz, è un brano rap che si dirama narrativamente su due filoni: nella prima parte BuddhaRico descrive l’esperienza artistica personale iniziata dall’età di 13 anni; nella seconda, dove il pezzo subisce anche un cambiamento di sound che diventa più energico, viene fuori invece tutta l’ambizione dell’artista che punta a raggiungere la propria completa realizzazione professionale.
L’argomento trattato è quindi quello della ricerca nell’essere veri e puri nei confronti del mondo musicale dell’hip-hop, cercando di restare sempre coerenti con se stessi senza mai scendere a compromessi.
Partiamo dal nome d’Arte: chi lo ha scelto, cosa vuol dire?
Il mio nome d'Arte è BuddhaRico, il significato di questo nome deriva dalla Pace del Buddha e dal gioco di parole del mio nome proprio Enrico quindi Rico.
BuddhaRico descrive due personalità diverse, Buddha è la personalità tranquilla e allegra, invece Rico è la parte più arrabbiata nei miei testi.
Sei fortunato come collocazione temporale, perché dopo anni di difficoltà, il rap in questo momento sta ottenendo i giusti riconoscimenti ed è il genere più amato dalle nuove generazioni, è così?
Si, diciamo che grazie al Rap Game non esistono più le Rockstar di una volta.
Nei testi dei rapper oltre alla denuncia, ci sono anche tante risposte e proposte… si può rappare tutto?
Certo, la musica è arte, quindi come un pittore può dipingere quello che gli viene in mente, noi rappers possiamo rappare di tutto.
Ci parli dell’ultimo tuo brano? A chi si rivolge, come è nato?
Il mio ultimo Brano è R.I.C.O. prodotto da R'beatz, Questo brano è nato dopo una discussione con il produttore di questo singolo dove parlavamo dell'essere veri nei confronti della musica rap.
E a proposito di “voce del verbo rappare”, nei tuoi testi qual è la parola più strana (leggasi petalosa) che hai inserito?
La parola più strana che ho inserito in un testo è stata AGHELLELE, tuttora se ci penso mi viene da ridere (e ride ndr.)
Le donne rapper nel panorama italiano sono veramente poche, secondo te perché il rap è un genere strettamente maschile?
Guarda non saprei dirti il motivo per cui le donne sono poche nel gioco del rap italiano, magari perchè hanno esperienze diverse rispetto ad un uomo.
Però il rap non è un genere per soliste e basta, le collaborazioni sono sempre tante: tu a chi devi il grazie più grande?
Il grazie più grande lo devo solo a mia madre.
Ed invece qual è la collaborazione impossibile che hai nel cassetto?
Il mio rapper italiano preferito è Fabri Fibra, quindi automaticamente la mia collaborazione nel cassetto è con lui.
Io chiedo a tutti gli artisti come domanda finale qual è la loro nota musicale preferita e perché: esiste anche per un rapper una nota musicale preferita?
Personalmente non ho una nota preferita, ma ho uno strumento preferito che è il piano.
Ci saluti con un rigo di freestyle per Fratelli d’Arte?
Se vi dovessi scrivere un freestyle non sarebbe più un freestyle, quindi vi saluto normalmente. Grazie a Fratelli d'Arte per l'intervista. One Love!